Tre Coppe Italia, una Supercoppa Italiana, una Coppa delle Coppe, due Coppe UEFA, una Supercoppa Europea. Stiamo parlando di una società calcistica che ha rappresentato l'Italia in Europa in diverse occasioni nella sua storia, ma a quanto pare all'Italia non importa proprio nulla di tutto questo. The Show Must Go On, cantava Freddy Mercury e a quanto pare la traduzione "Lo spettacolo deve continuare" è la frase del mese per FIGC, Federcalcio, Ghirardi, Manenti e tutte le figure che si sono accostate a questo "prodotto" (così definito dal presidente Tavecchio) come il lupo travestito da nonnina. La preoccupazione di tutti è quella sul campionato, che non deve essere "falsato" e non deve subire dei cedimenti strutturali rilevanti: per capirci, è come se una macchina in corsa perdesse i pezzi e l'autista, non curante del pericolo per gli altri, continui non curante la sua corsa verso la slot machine...ergo, se il Parma F.C. chiude i battenti ai vertici poco importa, l'importante è il danaro e la credibilità della Serie A. Lo dimostrano i tempi biblici con cui le autorità si sono mosse, vergognoso più del rinvio del derby di Genova per pioggia. Lo dimostrano i requisiti delle società che si sono susseguite nella proprietà dei ducali, con lo schiaffo (o quasi calcio alle parti basse) con cui la dignità del Parma e dei suoi supporters è stata barattata per un caffè. Situazioni tanto assurde quanto grottesche, in un paese, l'Italia, in cui tutto va alla rovescia. Il Calcio, quello con la C maiuscola, porta il nome di Alessandro Lucarelli, unico emblema per quel briciolo di umanità residua in questo mondo ormai dominato dagli squali. Disposti a giocare, a scendere di categoria, con la testa volta verso quelle famiglie che vivono del lavoro al Parma F.C.: "Tutti santi, allora?" direte in tanti, forse troppi. Ma chi se ne frega, dobbiamo dare fiducia alle parole di un capitano ferito.