Un vecchio detto a cui ricorriamo spesso, magari senza saperne il significato, è: "Parigi val bene una messa". La storia la attribuisce a Enrico di Navarra, che dopo anni di guerre civili molto sanguinose, alla fine del '500, riiuscì a prendere il trono di Francia e a porre fine alla cosiddetta "guerra dei tre Enrichi". Fu pertanto il primo monarca del ramo Borbone a prendere il trono di Francia. Però, a questo punto, divenne necessario per il futuro re, che era ugonotto e di religione protestante, convertirsi al cattolicesimo per poter occupare la posizione, ed è proprio prima di farsi cattolico che Enrico IV pronunciò la famosa espressione "Parigi val bene una messa", indicando con tali parole che "vale la pena sacrificarsi per ottenere uno scopo alto", ossia rinunciare alla sua fede protestante in favore di quella cattolica pur di conquistare il regno di Francia. Riadattandola ai tempi attuali e alla campagna senza precedenti messa in atto dall'emiro Al Thani, potremmo dire che: "Parigi val bene un pozzo di petrolio". Infatti, dopo le follie per Neymar, assistiamo nuovamente a un acquisto dal costo spaventoso: Mbappé per la modica cifra di 180 milioni di euro.

Il giocatore sembrava promesso sposo di un Real Madrid vincente sul campo ma un po' stitico sul mercato. Avrebbe salvato la patina "galatica" del presidente Perez, il primo ad abbattere il muro dei 100 milioni per Bale. Invece, se si realizzerà quello che sembra, il povero Perez, insieme al collega del Barca Josep Maria Bartomeu, sarà solo il primo dei nuovi pezzenti, scacciato dal podio dall'inaudita potenza di fuoco made in Qatar. Ancora una volta la situazione geopolitica è all'origine di questo tsunami nel calcio. Mi sono già occupato di questo argomento parlando di Neymar, ma credo sia giusto tornare sui punti salienti. Il Qatar è al centro di intense vicende diplomatiche, per il suo controverso ruolo di possibile fiancheggiatore del terrorismo. Alcuni paesi dell'area Araba si sono uniti contro i qatarioti in maniera esplicita e gli Usa guidano la regia di un embargo politico senza precedenti, che rischia di mettere in discussione i Mondiali del 2022, ottenuti in modo molto dubbio vista la mole di accuse di corruzione sul capo di Blatter & co. Le compagnie aeree hanno iniziato a diradare i voli verso l'Emirato e ci sono stati numerosi ritiri di diplomatici. Alla base di questo vi sono state delle recenti dichiarazioni dell'emiro del Qatar, Sheikh Tamim bin Hamad al Thani: "Non c’è saggezza nel nutrire l’ostilità nei confronti dell’Iran". L’Iran - paese a stragrande maggioranza sciita - è il principale nemico dell’Arabia Saudita ed è ostile a praticamente tutti i Paesi arabi del Golfo, ad eccezione proprio del Qatar.

Parlare di questi temi "pesanti" nello spensierato mondo dei tifosi aiuta a capire meglio le cose. Il calcio è un'arma di distrazione di massa colossale, e gli Al Thani sono disposti a tutto pur di uscire dal cul de sac nel quale si trova il loro Paese. Se Messi o CR7 (che avevano in pugno prima di Neymar, non dimentichiamolo...) fossero stati in vendita avrebbero preso anche loro. Perché come dicevo: Parigi (e il Qatar) valgono più del ricavato di qualche pozzo petrolifero.