Caro Paolo,
inizio così la mia lettera di arrivederci, già perché dirti addio non sarebbe giusto, perché tu nella mia mente sei sempre vivo.

Sono cresciuto con i tuoi film, con la tua ironia, con il tuo "Fantozzi", già perché portare agli occhi del telespettatore una cosa seria e trasformarla in comicità è davvero cosa da geni.
Quanti pianti dalle risa, quante film visti e rivisti senza mai annoiarmi, sempre pronto e in attesa di rivedere un tuo film.
Ma in quel faccione simpatico ci sono state anche parti drammatiche, che forse molti hanno apprezzato di più di quel sottomesso del ragionier Fantozzi, che per avere un minuto di attenzione faceva l'impossibile.
Già Paolo, tu hai dato spazio a quelle persone che ogni giorno subiscono le cattiverie altrui, distruggendo mentalmente una persona dal carattere debole, attaccandole senza pietà. Peccato che nessuno li difenda, molto spesso essi restano in silenzio per paura di essere canzonati ancora.
Grazie infinite Paolo e che Dio, al quale tu non credevi, visto che in una intervista alle Iene dicesti: "Dopo la morte non c'è niente", ti accolga nella sua luce e stavolta però non metterti dietro la colonna, perché altrimenti faresti la fine del Fantozzi.

Ciao Paolo e buon viaggio, lì ti aspettano per fare una grande festa, dove tu con la tua ironia saprai far ridere tutto il Paradiso. Noi non ti dimenticheremo mai... Un giorno ci rincontreremo in Paradiso e potrò dire... "Com'è umano lei".