Siamo a metà giugno e il calciomercato non è nemmeno iniziato. Eppure siamo già nelle paludi del sensazionalismo ad ogni costo.
Oggi tutti travolti dall’addio di Donnarumma al Milan, domani chissà. Ma oggi è già peggio di un anno fa, ed è questo a preoccupare.
Donnarumma che se ne va è un mercenario, ma la colpa è di Raiola, anzi no. 
Il fatto è che Donnarumma è un calciatore professionista e ha due obiettivi: guadagnare soldi con il proprio lavoro e vincere. Il Milan non gli può garantire nessuna delle due cose. Non può garantire perché sono anni che non è più protagonista e perché non si capisce bene dove stia andando questa società comprata con debiti e prestiti da uno che ha impegnato tutti i propri averi per concludere una transazione con prezzi fuori mercato. Ma finchè ai tifosi va bene non ricevere risposte a certe domande, allora la squadra va avanti. Ma ai calciatori non va bene, perché loro aspettano i soldi tutti i mesi e vogliono vincere. Quindi Donnarumma e il Milan sono destinati a separarsi perché Raiola è uno che vede lungo e, o stai alle sue condizioni, che di solito fanno guadagnare tutti, o ti scontri con lui e ci guadagna solo lui. 
Donnarumma che bacia la maglia e insulta la Juve è solo un ragazzino tifoso, che non c’entra nulla con il portiere professionista. E lo stesso vale per giocatori di ogni latitudine. Anche le bandiere non rinunciano ai soldi. Magari a qualche soldo e a qualche vittoria, ma in cambio hanno una vita da Re nella città che hanno scelto.

E’ più bravo Fassone o Mirabelli o Raiola? Nessuno dei tre e tutti e tre. Ciascuno fa dei progetti e cerca di portarli avanti nel migliore dei modi. La normativa sui trasferimenti mette in mano al giocatore un arma che nessuna società può contrastare e non voglio discutere sulla sua correttezza o meno, il fatto è che sceglie lui. E vale così in ogni caso. Abbiamo, però, altri casi che hanno portato il giornalismo sportivo a livelli così infimi che credere di essere solo al 19 giugno è arduo. L’affaire Dani Alves alla Juve è solo una delle tante storielle da Novella 2000 venute fuori in questi 15 giorni.
Ieri i consigli a Dybala, oggi gli scarpini di Berlino. Nel frattempo salta fori che a Cardiff tutti litigano con tutti. Dybala con Bonucci, Bonucci con Barzagli ed Allegri, Allegri con Pjanic e Mandzukic. Da qui al fatto che, per il quinto anno di fila, la Juve smantelli, il passo è breve. 
Ogni estate tutti sono in fuga dalla Juventus. Poi la squadra ricomincia e rivince e nessuno fra i giornalettai, che avevano scritto sfracelli per mesi, si scusa per la scarsa professionalità.

Ma questo è il mondo del calcio. 
Il mondo del calcio è un litigio fra Marotta e Lotito dove litiga solo Lotito. Il mondo del calcio è l’Inter che compra tutti, poi non compra nessuno, poi compra mezzi giocatori e poi ricompra di nuovo tutti. Eh si, perché se un cinese decide di non far spere nulla, tu puoi in... quanto vuoi, ma lui non ti risponde. 
Così l’Inter ha preso un allenatore di prima fascia per la sua squadra cinese e uno da seconda per quella italiana. Ma nessuno ha nulla da dire, perché, finalmente, dopo anni, dalla società e dallo spogliatoio Inter, non trapelano notizie. Tranne quelle che riguardano Gabigol che, con quello che prende di stipendio e con quello che ha fatto vedere in campo, farebbe meglio a tacere. 
La Fiorentina sta dismettendo, svende e Della Valle comunica che si farà da parte. 
La Lazio è una polveriera, con giocatori che non vogliono rinnovare e il presidente che litiga con tutti, da Marotta a Inzaghi. 
La Roma non svende, ma forse sì. Per adesso il nome forte è Januzaj… e non dico altro. 
In tutto questo stupisce il silenzio del Napoli: sia la volta buona che invece di parlare ADL fa? Ma, in totale assenza di notizie, solo caos. 

Eppure le notizie, a volerle cercare ci sono: dagli acquisti del Milan all’Europeo Under 21. Ma quelle non fanno sensazione e non fomentano polemiche. Quindi non servono.
Quindi, fra cavalli di ritorno e brocchi di passaggio, aspettiamoci un’altra estate di passione per il nulla, con colpi sottotraccia e campioni d’agosto. 
Ma ricordatevi che il mondo fuori è diverso e ha problemi seri. Se metteste un minimo della stessa voglia che avete di informarvi sul calcio anche sulla politica italiana ed estera e sulla storia, forse capireste perché servono le polemiche nel calcio.

Forse. Ma forse no.