18 su 20 in Serie A nella prossima stagione, con gli altri due, Juric e Mihajlovic, che fanno praticamente parte della nostra scuola. La quasi totalità delle panchine del nostro campionato è occupata da tecnici italiani, erano anni che non accadeva.
Già negli ultimi anni il trend è migliorato moltissimo. Soprattutto le nostre grandi, che spesso non resistevano al fascino del tecnico internazionale, si sono convinte dell’affidabilità degli allenatori di casa nostra. Così l’Inter va da Spalletti e soprattutto la Roma, contro ogni previsione, dà fiducia a uno dei nostri tecnici più emergenti, Di Francesco. Si è forse salvata anche la Lazio da Bielsa e ha trovato in Inzaghi la sorpresa più bella di questa stagione. E quindi basta coi vari Benitez, Garcia, De Boer e compagnia bella.

I nostri sono ottimi tecnici, i più preparati sotto il profilo tattico, e questo lo sapevamo, ma anche in grado di far giocare a meraviglia le proprie squadre, ne sanno qualcosa a Napoli dove Sarri è diventato una divinità. Nel campo degli allenatori il termine ‘italiano’ è sinonimo di esperienza, competenza e quindi affidabilità.

Da qualche anno a questa parte lo hanno capito anche fuori dal Belpaese e il numero dei nostri tecnici richiesti all’estero è cresciuto. Abbiamo invaso prepotentemente l’Inghilterra, abbiamo vinto e ci siamo insediati. Quindi siamo saliti ai piani alti della Premier con Conte, che non ha deluso neanche lui alla prima esperienza nel campionato più difficile del mondo. Come Mancini, Ancelotti, Spalletti in Russia. I nostri vincono, e li vogliono tutti, per i proprio club e per le proprie nazionali. Ora ci espandiamo anche in Oriente, vedremo poi se qualcuno andrà a raggiungere Lippi e Capello.

Sì, facciamo spesso fatica con la lingua, non si riesce a capire perché ma il nostro inglese è qualcosa di penoso.
Mazzarri e Sannino sembravano degli alieni sbarcati da Marte nelle interviste, e non sono gli unici.
Ma dove non arriviamo con la lingua ci arriviamo con la simpatia.
“Don’t say the cat is in the sack…”. Perché anche dove non vinciamo noi riusciamo comunque a farci amare.