Il nome che circola con più insistenza in queste ore, complice anche lo scontro con i tifosi che lo ha reso protagonista: Mattia De Sciglio.
In orbita Juventus ormai da 3 anni, vale a dire da quando Massimiliano Allegri ha preso le redini di una squadra sempre più competitiva, in campo e sul mercato.
Lo ha allenato al Milan con ottimi risultati, facendolo crescere e lanciandolo definitivamente nel calcio che conta.
Ma le aspettative che venivano riposte in Mattia non sono state soddisfatte: prestazioni deludenti, errori grossolani e quella sua apatia che non gli ha mai consentito di entrare veramente nel cuore dei tifosi rossoneri. La tecnica non è quella del miglior Serginho, la classe non è quella di Maldini, eppure Mattia era stato presentato come un degno erede dell'uno e dell'altro.
Sembrava esser diventato fondamentale in un Milan vincente, con Thiago Silva e Ibrahimovic a comandare in una squadra che si era stabilizzata tra le prime due posizioni in campionato e invece, con l'addio dei senatori e il calo del Milan, ha iniziato una parabola discendente che lo ha portato ad alternarsi con i rispettivi compagni di ruolo.
La situazione del Milan non lo ha di certo aiutato: i continui cambi di allenatore, i senatori che pian piano hanno dovuto lasciare il club per diversi motivi, la traballante società, prima con il discutibile rapporto tra Galliani e Barbara Berlusconi, poi la situazione presidenziale fino ad arrivare all'avvento dei cinesi, ormai nel giro di Milanello da più di un anno.
Parabola discendente che sembrava essere arrivata al capolinea nell'estate 2016, con Antonio Conte alla guida della Nazionale che gli ha sempre dato fiducia, complice anche una non massiccia presenza di calciatori affermati nel suo ruolo. De Sciglio è titolare, una volta a destra, una volta a sinistra, sfruttando appunto la sua capacità più grande: la duttilità. Non di certo un terzino di spinta, visti i numeri abbastanza scarsi dal punto di vista degli assist, non uno potente nel dribbling in grado di creare superiorità numerica sugli esterni ma di sicuro uno bravo a mantenere la posizione, diligente e di gran corsa. Un Europeo ad altissimo livello e la riconferma al Milan nonostante i continui corteggiamenti da parte di Juventus e Napoli.
La sua stagione è lo specchio di quella della sua squadra: iniziata con enormi aspettative e finita in netto calo. Lo scontro coi tifosi è l'ultima pagina di una carriera che sembrava tinta di rossonero e invece finirà nel peggiore dei modi.
Ha solo 25 anni e questo ripone qualche speranza su quelle che sono state le aspettative nei confronti di un ragazzo a modo, mai fuori posto ma che forse ha avuto le spalle troppo strette per reggere certi confronti e certe situazioni.
La valutazione è di 10-12 milioni, vista anche la situazione che si è creata con la tifoseria che lo ha praticamente messo alla porta. Non aiuterà di certo il Milan a far scatenare un'asta, visto che è praticamente dato come partente sicuro.
La Juve ci pensa come vice-Dani Alves in caso di partenza di Lichtsteiner, forse per continuare ad avere due terzini diversi tra di loro: tecnico, funambolico e di esperienza il primo; duttile, posato e ordinato il secondo.
Il suo arrivo non farebbe illuminare gli occhi di gioia ai tifosi juventini che magari sognano altri nomi più altisonanti, ma la cura Allegri potrebbe fargli soltanto bene... e magari ritrovando i compagni di Nazionale, riscopre di avere più talento di quanto dimostrato negli ultimi 24 mesi di Milan.
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