Il calciomercato in linea teorica avrebbe due finestre quella estiva e quella invernale. E come è noto non hanno in tutti i Paesi lo stesso giorno né di apertura né di chiusura. E questo è già un problema enorme, poiché sarebbe necessaria una uniformità tra tutti i Paesi le cui società partecipano alla Champions od alla competizione minore quale l’Europa League. Ma quello a cui oramai ci stiamo abituando è che anche se l’ultima operazione di mercato, guardando all’Italia, si chiude ad esempio alle 23 del 31 agosto od alle 23 del 31 gennaio, non si farà altro che parlare dei nuovi acquisti, rinforzi e cessioni necessari alla squadra. Se da un lato questo può essere anche l'aspetto bello del calcio, perchè si fomentano discussioni, sogni ed anche illusioni, non sempre sane, tra i tifosi, invece tra i calciatori come è percepita questa situazione?  Può essere intesa come un senso di sfiducia e di consolidamento di uno stato effettivo di precarietà? Oppure oramai si deve accettare che non puoi permetterti di mettere da parte la valigia perchè devi essere pronto a partire? Sempre?  Devi sentirti sempre in discussione? La tua squadra deve essere sempre e costantemente messa in discussione? Una volta le squadre di calcio vincevano anche campionati non cambiando mai giocatori per anni. E' davvero inimmaginabile ritornare a quella situazione? Vedendo come vanno le cose e come corre il mondo e precipita nel cratere del danaro probabilmente verrebbe percepita una simile "soluzione" calcistica come una terrificante stregoneria degna di un calcio medievale, che il sistema è pronto ad esorcizzare con qualsiasi mezzo.