Ora è ufficiale, non solo che il voluntary agreement è stato bocciato, ma che la nuova proprietà è una barzelletta.

Le incertezze tecniche purtroppo in questo periodo si vanno ad incrociare con le incertezze societarie ponendo il Milan in una situazione di stabilità e credibilità assai precarie.
Che in Italia si conosca ben poco del neo-proprietario rossonero è cosa nota, che tale persona sia un'incognita anche nel suo paese natale altrettanto, che i presidenti, i procuratori ed un po' tutto il mondo calcio non si fidi del "sig. LI" non è mai stato in discussione.

Berlusconi, dopo aver stretto presunti accordi con altri imprenditori, ha chiuso la vendita della sua società a Mr. Li in un lasso di tempo che già metteva qualche pulce al naso. I continui rinvii del closing, i soldi che non ci sono, i prestiti, lo stato cinese che blocca tutto, insomma, più che un closing, un calvario!

Giunti al termine di questa estenuante trattativa, il mercato faraonico rossonero aveva messo a tacere ogni rumors, puntualmente riesplosi a seguito di dubbie fideiussioni ed esploso nella giornata di oggi quando, persino la Uefa, dopo aver visionato pile di documenti, ha detto no. Ha detto no al Milan, ma soprattutto ha detto no a Mr. Li confermando le voci sulle sue dubbie capacità economiche.

I dubbi principali per la Uefa sono legati al rifinanziamento del debito rossonero, quindi, per evitare tale problema ci sono solamente due soluzioni caro Mr. Li, pagare subito il debito e dimostrare una liquidità attendibile o, cedere la società e non una quota di minoranza, ma l'intero pacchetto del 99.7 % perché i tifosi del Milan meritano rispetto, ed il rispetto non si può pretendere dai giocatori se non si ha prima dal massimo esponente del club.