È parossistico, ma comprensibile (solo in parte) il “bailamme” che si è scatenato dopo l'ennesima sconfitta del Benevento.

Nelle orecchie e sotto gli occhi attoniti di Guilherme e della moglie Ivy Vasconcelos (la coppia attende il primogenito, che nascerà a Benevento in Febbraio) si è scatenato un piccolo inferno di proteste non solo contro i calciatori, ma - per la prima volta - contro il benemerito presidente Oreste Vigorito. Qualcuno, dalla tribuna, gli ha rinfacciato che l'allenatore De Zerbi non si era rivelato il “genio” che credeva di essere.

Da questi sporadici episodi, accompagnati da fischi protratti e proteste del tifo giallo-rosso della Curva Sud all'uscita dal campo dei giocatori, alla fine della partita Benevento-Spal, si è scatenato, subito dopo, nelle prime ore dopo la cocente delusione, un susseguirsi di rimproveri, sbotti d'ira, recriminazioni ed anche minacce, sui social media. Alcuni siti, dedicati a Vigorito e al Benevento Calcio da quelli che fino a ieri si dichiaravano (presunti) fans, sono diventati tappeto di pseudo-match di judo-karate-kung fu fra patetici ed improvvisati “esperti” di calcio. Tutti o quasi coalizzati contro il presidente della squadra, l'allenatore ed alcuni calciatori, in particolare Ciciretti, reo quest'ultimo di non aver ancora rinnovato il suo contratto col Benevento, in scadenza a Giugno 2018.

Ha dovuto giustificarsi il nostro Amato capitano, in una breve dichiarazione alla stampa locale, che finché non avrà la certezza che il Benevento rimane in serie A, si riserverà di decidere. Qualcuno lo ha paragonato al topo che, in vista del naufragio, abbandona la nave.

Ma, anche fosse, anche se di fronte a noi si parasse la “tempesta perfetta”, se anche il mar Tirreno - che noi conosciamo bene e lo sappiamo capace di uragani e trombe d'acqua spaventosi, a causa della sua profondità prossima alle nostre amate coste campane - scatenasse le sue più dannose procelle, se anche ci trovassimo nell'occhio di un ciclone, mi verrebbe comunque da chiedervi, o “cassandre” addolorate e piagnucolanti (molte “cassandre”) e “profeti di sciagure” prossime venture, avete così corta memoria?!

E non mi riferisco al passato remoto, ma soltanto desidererei che aveste vissuto alcuni episodi che hanno caratterizzato la storia recente della nostra Squadra del cuore.

Già, lo è e lo rimarrà nella vittoria e nella sconfitta, nel trionfo e nel tonfo più infamante, LA NOSTRA SQUADRA DEL CUORE. Voi c'eravate, non è vero?, quando eravamo in migliaia alla festa della promozione in B? Facevate parte anche voi, non è vero?, del “baccanale” di decine di migliaia - praticamente l'intera città - per la promozione avventurosa e meravigliosa, in serie A…

O siete già pronti - e avvezzi - a “cambiare casacca”? Già la volete gettare alle ortiche la maglia giallorossa?!?

Solo la memoria storica ci salva da giudizi intolleranti e perentori. Consideriamo sempre gli eventi - alcuni eventi - che ci hanno portato qui.

Alla fine degli anni '70, finalmente Benevento costruisce il Santa Colomba, uno stadio “decente” e adeguato ad una squadra che abbia delle velleità che superino la Promozione, cioè il piccolo “purgatorio” che accoglieva le compagini indegne della C2.

Eravamo in C1, cioè un piccolo passo oltre il baratro dell'insignificanza e ci rimanemmo, senza velleità di crescere, per ben nove campionati. Poi, però sprofondammo addirittura nell'Interregionale, a causa di un mancato versamento di 80 milioni di lire! E di noi non si seppe più nulla. Vagammo a lungo nei meandri - a volte anche “malavitosi” - di questo girone di dannati, la luce della ribalta nazionale sembrava ormai una chimera. A causa di penose vicende economiche, ritornammo “dilettanti” e lì, prostrati nell'oscurità, a lungo sedemmo affranti e delusi.

Ve ne siete dimenticati? O borghesucci dalle gambe molli e dal portafogli sempre gonfio, abituati a tutti gli agi da genitori smidollati? Avvezzi ad averla sempre vinta.

Ve ne siete dimenticati? O proletari armati di parolacce e gesti da trivio, come unica risorsa per esternare vergogna e dolore, solo e sempre in triviale dialetto (infarcito di parolacce e bestemmie) - ma non quello degli avi, lingua cara e preziosa - a causa di una serie di sconfitte in serie A? Avete letto bene: siamo in serie A e ci resteremo almeno fino a Giugno del prossimo anno!

A voi, che oggi, irritati, protestate tutto il vostro sdegno, dico: ricordate e imparate dalla sconfitta, perché è lì che si diventa adulti.

Nel 1994, dopo una levata di scudi contro gli stranieri napoletani invasori, che si erano appropriati del Club, riconquistammo non solo la proprietà della Società, ma anche la dignità della serie C. Eravamo ritornati professionisti e con un ottimo organico. Una finale da brivido regalò la C1 al Benevento. E lì rimanemmo per 6 campionati consecutivi.

Nel 2006 acquistano la Società i fratelli Oreste e Ciro Vigorito ed il Benevento Calcio diventa una faccenda molto seria, della quale approfitteranno, in diverse occasioni, bande di furfanti che la deruberanno per ben due volte della promozione in B. Ma sull'esaltante storia recente mi sono già diffuso in altro articolo e qui non giova ripetersi.

Quando al Vigorito le nostre amate campane, il rullo dei tamburi della Curva Sud, le trombe e i fischietti chiameranno all'adunanza, risponderete al lieto e forte richiamo? O vi rinchiuderete nel vostro penoso e frustrante sdegno?

Abbiamo già fatto la prima figuraccia con il nuovo acquisto Guilherme e con la sua dolce e sorpresa compagna. Intendete ripetervi? O vorrete ricordare e sostenere lo sforzo finale dei nostri, prima del giro di boa del girone di ritorno… prima che sia troppo tardi per qualsiasi rimonta?!?

Ci sarete al Vigorito, stretti e avvinghiati al nostro amato bicolore? Lì ci conteremo e sapremo se i tifosi beneventani sono uomini e donne (e meravigliosi bambini!) o pavidi e furiosi e ingrati vigliacchi, loro sì e non Ciciretti (che scenderà ancora in campo!) come topi che abbandonano la nave che affonda.