Nell’autunno del 1897 un gruppo di liceali torinesi, soliti ritrovarsi nella piazza d’armi cittadina, decisero di dar vita a una squadra di Football, sport che proprio in quei decenni incominciava a prender piede nel nostro Paese. La scelta del nome fu JUVENTUS, Una parola dal sapore sia anglosassone che latineggiante; soprattutto, un nome fortemente piemontese, poiché la i lunga iniziale è in realtà figlia del dialetto regionale, in luogo dell’originale grafia latina Juventus che significa gioventù. Juventus dal punto di vista grammaticale e fonetico è qualcosa di insolito nel panorama calcistico e nel XX secolo rappresentava un nome unico a livello sportivo. Per larghi tratti di tempo la Juventus aveva preferito farsi riconoscere per le maglie a strisce bianconere che per stemmi e simboli. Nei primi anni quaranta accadde qualcosa di sorprendente, la seconda casacca, quella tutta nera venne contraddistinta da un simbolo che capeggiava sui petti dei giocatori una "J" bianca che risaltava a vista d'occhio. L'effetto fu ancora maggiore sulla casacca del Portiere , era bianca con un J nera enorme sul petto, ancora più visibile di quelle degli altri 10 giocatori. Lo stemma societario, il classico ovale bianconero ha infatti aspettato molti anni dopo per fare la sua comparsa sulle divise della Juventus, debuttando solamente coi completi della stagione 1994-95 – limitandosi , sulla muta casalinga. La Juventus del futuro tornerà a guardare al passato, portando ancora sul suo cuore magari il simbolo tanto amato e conosciuto dei tifosi odierni, perché quel che è certo è che il passato non si dimentica , rimane scritto indelebile. I cambiamenti induco a terrore , panico a dissociarsi, ma è un cambiamento che può portare a nuovi investitori a nuovi tifosi e clienti, perché il calcio ormai è un Business e occorre aumentare i ricavi per competere sempre ad alti livelli con super potenze che fatturano 40% in più della Juventus e che hanno lavorato prima sui mercati Asiatici, Nord-Americani e Sud-Americani.