Da buoni italiani, siamo legati alle tradizioni, il cambiamento ci spaventa sempre. Nel calcio mostrano, non possiamo più fare finta di niente: la coppa nazionale va cambiata.

Per attirare pubblico, sponsor e abolire partite con interesse vicino allo zero.

Fra le innovazioni, la più necessaria sembra quella di premiare, la cosiddetta piccola che riesce ad arrivare a sfidare una squadra di categoria superiore.

Il premio deve consistere di giocare la partita a eliminazione diretta fra le mura amica. Sarebbe un introito fondamentale che oltre a visibilità, garantirebbe anche quel pizzico di suspence in più. 

Il prodotto va venduto meglio e forse giocato in momenti diversi. Ormai il calcio é  evento senza stagioni, nelle annate senza mondiali o europei, perche' non giocare in estate? Fra gli ombrelloni la gente avrebbe modo di discutere, il problema del freddo e di orari assurdi sarebbe risolto, molte città piccole avrebbero visibilità.

Basterebbe imbastire una tavola rotonda e pensare al bene di un trofeo, che tutti disprezzano ma poi quando è in bacheca viene sfoggiato con orgoglio.

Il calcio vive grazie alla gente e va portato dove la gente trascorre le sue ore spensierate.

Meglio un San Siro mezzo vuoto o Pordenone invasa pacificamente e con lo stadio stracolmo? Guardiamo nell' orto del vicino, anglosassone, che tradizione ha la coppa nazionale, da noi è diventata una buffonata, occorre ripartire a livello federativo.

Porre sul tavolo un'idea per il bene dello sport sarebbe un punto di partenza notevole.

Un nuovo inizio potrebbe essere alle porte, per un calcio migliore che invoglia la gente a portare figli e nipoti allo stadio senza barriere, senza rischi, magari a ferragosto per alzare la coppa Italia dal nuovo disegno, più  accattivante.