C’è amarezza, delusione, rabbia e soprattutto incredulità nel vedere l’Italia perdere contro una Svezia di poca qualità tecnica, ma capace di mettere in campo furore agonistico a differenza degli azzurri.

 Sfortunata nell’autogol, ancor di più nel palo di Darmian che poteva dare un gol fuori casa e un po’ di ossigeno a tutta la squadra.
Non oso immaginare le facce di Buffon e dei tanti senatori al solo pensiero di non accedere al mondiale. Una tragedia sportiva oltre che morale a detta di De Rossi: “Se non riuscissi ad approdare al Mondiale, sarebbe un marchio sulla mia carriera".

Un marchio troppo grande che si espanderebbe pure sulla carriera –modesta- di Ventura, senza qualificazione le sue dimissioni sarebbero inevitabili.

L’unica nota lieta sono i 65mila di San Siro a sostenere- si spera- la nazionale per tutti i novanta e oltre minuti. Ci sarà bisogno di tutti, soprattutto di tanta umiltà e concentrazione, gli svedesi si chiuderanno a “catenaccio” a noi tanto caro, per poi ripartire. Il metronomo della nazionale sarà Jorginho -vista la squalifica di Verratti-, probabile poi la presenza dal primo minuto di Insigne che dovrà fare una partita da 10 e non nascondersi dal gioco come spesso accade da quanto Ventura è diventato CT.

Un 4-3-3 o anche un 4-2-3-1 sono le uniche vie per produrre azioni da gol, cercare di verticalizzare il gioco invece di giocare sempre in orizzontale come spesso accade, affidarsi anche alle conclusioni da fuori e non il solito cross in area che non produce effetti.

Sarà un banco di prova per tutti, in federazione già tremano e Tavecchio si gioca tanta credibilità per via della scelta tecnica. Sperando in un risultato positivo alla fine del match non è da escludere anche delle riflessioni prima del mondiale –attenzione alla figura di Ancelotti anche se più volte ha ammesso di voler allenare ancora i club-.

L’italia non può stare fuori dal mondiale e di certo non può screditare la propria figura come nelle sue passate edizioni. Non lasciamola sola e sosteniamola a discapito dei nostri giudizi su allenatori e dirigenti inadatti, difendiamola perché sarebbe triste per le vecchie e nuove generazioni non vederla al mondiale. Dove basta un tocco di palla e i ricordi tornano a Berlino.