Il calcio è bello, per molti è tutto, segnare è bello, esultare anche. Questa è la frase che si è sempre ascoltata per anni e anni di calcio, fino a quando Quagliarella in Italia inaugurò la moda di non esultare per un gol, chiedendo scusa ai tifosi del Napoli. Da quel momento tutti i giocatori che passano da una squadra all'altra non esultano: ma cos'è quessta buffonata? Il gol è una liberazione, tenere dentro l'urlo del gol e dell'esultanza fa male alla squadra in cui giochi, perché tu sei un giocatore di una squadra e non più di quella passata, quindi esultare non significa non portare rispetto, altrimenti il solo fatto di segnare, allora, sarebbe non rispettare la squadra in cui hai giocato e che ora affronti da avversario.

Finalmente però un calciatore dice la sua. Uno che ha avuto le palle ad esultare, e che non se ne vergogna affatto: Federico Bernardeschi. In una intervista rilasciata ieri, ha detto quello che un giocatore dovrebbe dire sempre: “La riconoscenza alla Fiorentina non mancherà mai. Esultando non ho mancato di rispetto a nessuno. Ho esultato dopo la rete perché lo scopo del calcio è fare gol e io credo sia giusto esultare per rispetto dei propri tifosi". Ecco, poche semplici parole che chiudono ogni discorso, visto che nel calcio si esulta da decenni eppure negli anni passati nessuno aveva mai criticato questo. Ricordo Aldo Serena dalla Juve all'Inter, ricordo Totò Schillaci dalla Juve all'Inter, ricordo Seedorf dall'Inter al Milan: hanno sempre esultato ad ogni gol contro le loro ex, quindi perché adesso si fa tutto questo clamore quando si subisce un gol da un ex? Ieri l'ultimo è stato Rodrigo Palacio in Inter-Bologna: prima segna, poi alza le mani come a chiedere scusa. Allora la poteva buttare fuori! Sarebbe passato come un errore sotto porta, invece la mette dentro e non esulta. L'esultare fa più male di un gol subito dallo stesso giocatore? A mio avviso fa più male subire un gol da un ex; l'esultanza non fa male a nessuno, visto che è soltanto una cosa giusta nei confronti dei nuovi tifosi.

Tutte queste interviste con "se segno contro la mia ex squadra non esulto"... Solo dire "segno contro la mia ex squadra" fa male al tuo ex tifoso. Non sarebbe meglio fare come Roberto Baggio in quel Fiorentina-Juve? Non si sentì di segnare contro la sua ex squadra e lasciò che il rigore venisse battuto da un'altro calciatore, così non avrebbe né segnato né esultato. Adesso è diventata una vera e propria buffonata. Passiamo a chi invece se ne frega di questa cosa ed esulta per i nuovi tifosi: Mauro Icardi (Inter) quando segna contro la Samp esulta, Mattia Destro (Bologna) contro la Roma batte il rigore ed esulta togliendosi la maglia, Dzemaili (Bologna) fa doppietta contro il Torino ed esulta mimando una X con le braccia, Eder (Inter) contro l'Empoli, Iago Falque (Torino) doppietta contro la Roma, Gonzalo Higuain che esulta quest'anno al gol al Napoli. Allora queste sarebbero delle persone che non rispettano i loro vecchi tifosi? Ma di cosa stiamo parlando? Questi calciatori non si dimenticheranno mai il bene che i loro vecchi tifosi gli hanno voluto, di quelle giornate in città dove tutti li fermavano per fare una foto e per stringere la mano, questo non viene dimenticato. Il vero tifoso non è quello che esalta il proprio giocatore come il migliore al mondo e poi una volta andato via lo insulta: quello, signori, non è un tifoso, ma soltanto uno che odia senza motivo un giocatore al quale dovrebbe baciare la terra dove cammina se ha avuto quel sogno di giocarsela sempre e comunque e di alcune notti magiche, grazie a lui.

Bisogna essere felici quando li si ha in squadra, ma rispettarli quando passano in un altro club solo per fare un salto di qualità, oppure perché nel tuo club non trovano più spazio, quindi vederli esultare con indosso un'altra maglia non deve far male, è soltanto la prassi di un gol. Al calciatore dico: se vuoi bene ai tifosi nella squadra in cui giochi devi esultare, non dico inveire contro l'ex tifoso e andare sotto la sua curva, ecco questa sarebbe una mancanza di rispetto, ma esultare per i tuoi tifosi attuali non ti collocherebbe nella bacheca "non esulta perché pensa ancora al passato". Il passato nessuno potrà cancellarlo, quindi se il tuo ex tifoso ti ha stimato prima deve stimarti anche ora che non sei più della sua squadra, e deve capire che per un calciatore l'esultanza dopo un gol equivale a sfogare la gioia, ma non contro la sua ex squadra, ma per i tifosi che ogni domenica lo vanno a vedere allo stadio. Nessuno deve sentirsi ostaggio del passato: immagina uno studente che si laurea ma che non esulta perché un suo compagno non ha passato l'esame e quindi resta triste anche lui, oppure vincere uno scudetto all'ultima giornata e la squadra seconda è una tua ex, e quindi non festeggi e vai nello spogliatoio e a casa, come fosse una giornata di lutto, ma anche se la tua squadra perde contro la tua ex e mentre gli altri sono tristi tu festeggi dentro di te. Non ti sembra una buffonata? Lo è. Quindi quando segni esulta per i tuoi tifosi attuali, perché un giorno rivedendo quelle immagini tristi di tutte quelle non esultanze ti dirai: che scemo che son stato, alla fine chi mi voleva bene lo avrebbe capito.