Tra le parole dette dal mister nel post-partita, queste risuonano più di tutte le altre: "La Champions è un sogno, non si può arrivare in finale ogni anno". Una sorta di resa all'evidenza, un messaggio tacito che purtroppo molti di noi dimenticano o si rifiutano di accettare. Ad Allegri si danno le colpe più comuni, come errori nella scelta di formazione in Coppa Italia (che gli hanno fatto perdere Matuidi e hanno stancato gli altri) alla scelta del modulo contro il Tottenham. Prima di tutto l'Atalanta non è una squadra di bassa lega con cui puoi schierare una formazione di seconde linee e sperare di vincere ugualmente. Secondo, coi giocatori che si avevano era l'unico modulo ipotizzabile. Ed infatti eravamo tutti d'accordo fino al 2-0 di ieri.

L'unica vera colpa da attribuire al mister sarebbe quella di ostinarsi a fare un gioco razionale e prevedibile, che vive degli strappi dei singoli e delle giocate di Pjanic. Il modello Napoli, che è votato all'attacco e alla velocità, è sotto gli occhi di tutti e c'è da credere che con questo sistema la Juve farebbe paura, avendo più risorse dei partenopei. Il Tottenham è una squadra giovane che pecca dell'esperienza europea che ha la Juve, eppure a Torino ha dominato. Evidentemente questa cosiddetta ''legge'' della mentalità europea e tutto il resto vale soltanto per le big, non per i bianconeri, perché non hanno prodotto gioco.

Allegri ha ragione; il merito va dato ANCHE all'avversario, che ha mostrato di avere gli attributi giocando una partita maschia e tecnica contro i vice campione d'Europa. Ha ragione quando dice che la Champions è un sogno, perché obiettivamente, per la Juve, lo è sempre stato. Ha ragione quando invita alla calma perché ancora non abbiamo perso l'ottavo, e perché lì nel nord di Londra la pressione sarà tutta su di loro. Ora più che mai, un grande allenatore dovrebbe tenere gli animi concentrati, ed Allegri lo è.