Da molti viene appellata come piccola, come una squadra che in Premier League non ha il blasone del Chelsea, del Manchester United o dell'Arsenal.
Ma il Newcastle una piccola non è. Il Newcastle è una formazione che merita lo stesso rispetto di quelle squadre che occupano una posizione predominante nell'attuale massima serie calcistica inglese.
Perché per decretare chi è grande e chi è piccolo, termini su cui si potrebbe discutere per ore per capire cosa vogliano dire, bisogna anche guardare la storia, ciò che si è fatto nei cento e più anni di storia del calcio d'oltremanica. E il Newcastle una grande è, magari decaduta o in cerca di se stessa nelle ultime stagioni. Ma ciò su cui non ci piove è che i Magpies sono una delle formazioni che meritano maggior rispetto nel calcio inglese.

Partiamo da semplici numeri.
Dal 1898 ad oggi, il Newcastle ha militato nella massima serie, First Division fino alla stagione 1991-1992 e Premier League dal 1992 ad oggi, per ben 86 stagioni, con quattro campionari vinti e sei Coppe d'Inghilterra e una Community Shield. Quasi un primato per il calcio inglese quello della permanenza nella massima serie, soprattutto per quanto riguarda la Premier visto che dietro a Chelsea, Manchester United, Arsenal, Liverpool, Everton, Tottenham e Aston Villa per numero di stagioni giocate nella Serie A d'Inghilterra c'è proprio il Newcastle con 23 apparizioni su 26 edizioni. E se partiamo proprio da quel 1992, non possiamo non notare come i bianconeri siano stati una delle formazioni maggiormente protagoniste dell'ancora breve storia della Premier League. Partiamo proprio da quella stagione d'esordio, quel 1992-1993 con il Newcastle che non è presente tra le squadre al via essendo dal 1990 nella Second Division, la serie B, che diventa proprio in quella stagione First Division.
E quel campionato il Newcastle, guidato in panchina da un Kevin Keegan che aveva chiuso la carriera proprio nei Magpies, decise di vincerlo con ben 96 punti conquistati. Un organico riconfermato nella stagione successiva dove il Newcastle, trascinato da uno straordinario Andy Cole da 34 reti e titolo di capocannoniere, giunge al terzo posto in classifica e guadagna una qualificazione ai preliminari di Uefa che sa di successo.
Nelle stagioni successive i Magpies si ripetono con un sesto posto nella stagione successiva e ben due secondi posti dal 1995 al 1997. Un periodo d'oro per i bianconeri che arrivano ad esordire nella stagione 1997-1998 in Champions, uscendo ai gironi dopo aver passato i preliminari con la Dinamo Zagabria.
Quel secondo posto però sembra anche essere il canto del cigno a molti allo stesso tempo perché nelle quattro stagioni successive arrivano due tredicesimi posti e due undicesime piazze, con l'acuto in Intertoto nel 2001 con la finale col Troys persa (nella seconda delle tre finali troviamo anche il Brescia di Roberto Baggio che però non riesce a superare il Psg).
Ma nel 2001-2002 il Newcastle ritorna ad affacciarsi là in alto. Ad affiancare un certo Alan Sherer in attacco arriva un appena ventiduenne Craig Bellamy dal Coventry, mentre a centrocampo arrivano Laurent Robert, dal Psg, e, a gennaio, Jermaine Jenas dal Nottingham Forest. Nomi che a molti non dicono molto, ma che hanno cambiato il volto dei Magpies che finiscono il campionato al quarto posto, a soli 16 punti dall'Arsenal campione e a -6 dallo United terzo.
E così la stagione successiva si torna in Champions, dove nella prima fase a gironi i Magpies incontrano la Juventus (una vittoria a testa per 1-0 e 2-0) e nella seconda l'Inter (4-1 per i neroazzurri all'andata e 0-0 nel ritorno).
Gli anni successivi sono ancora pregni di soddisfazioni con un terzo, un quinto, un nono e un settimo posto (con la semifinale in Coppa Uefa raggiunta nel 2003-2004 e il cammino che si interrompe col Marsiglia).
Sono gli anni che chiudono la carriera di Shearer, di un Owen che cerca di riprendersi dopo il mezzo passo falso al Real Madrid, del centrocampo dominato da Jenas, Kieron Dyer e Nolberto Solano. E se le cose non vanno benissimo in campionato è l'Europa a regalare gioie con la vittoria dell'Intertoto che fa da contraltare al tredicesimo posto in campionato nel 2006-2007.

Ma proprio in quella stagione qualcosa cambia. I migliori talenti vengono lasciati partire dalla nuova gestione societaria guidata da Freddy Shepherd (o anche delle bandiere come Shay Given e Scott Parker messi alla porta e accasatisi al Manchester City e West Ham) e i nuovi arrivati, nonostante siano grandi nomi, Caçapa, Mark Viduka e Alan Smith per fare alcuni nomi, non riescono a dare quell'apporto che ci si aspettava. E così nel 2008-2009, nonostante si tenti la disperata soluzione Shearer in panchina, arriva la retrocessione. Un fulmine a ciel sereno, ma che non distrugge il Newcastle che conquista 102 punti in Championship e ritorna in Premier con ambizioni europee.
E a quell'Europa ci arriva nel 2011-2012 con il quinto posto e la qualificazione in Europa League dove i Magpies arrivano fino ai quarti, venendo poi eliminati dal Benfica. Ma questa è l'ultima, per ora, apparizione in Europa del Newcastle. Ma non solo. Perché da quel 2012 ad oggi la formazione della città che si affaccia sul fiume Tyne non entrerà più nella top five, ma neanche nella top eight, solamente una volta nella top ten.
Nelle ultime cinque stagioni infatti arrivano un quattordicesimo, decimo, quindicesimo e diciottesimo posto in Premier, mentre nel 2016-2017 arriva una promozione dalla Championship più sofferta di quanto ci si aspettasse per la gran mole di soldi spesi dalla società in campagna acquisti.

E ora? Il Newcastle è dodicesimo, con sole nove vittorie in 32 partite e 6 punti di vantaggio sulla terzultima in classifica Southampton che però ha una partita in meno. E sono proprio gli ultimi risultati di questi ultimi anni a far etichettare i Magpies come piccola della Premier. Ma così non è e così non deve essere, perché negli ultimi trent'anni il Newcastle è stato un assoluto protagonista del calcio made in England. Quindi piccola no, nobile decaduta sì.
Nella speranza che il St. James' Park ritorni ad essere il terreno di gioco di gare mozzafiato e che valgono posizioni nobili.
Perché i colori bianconeri dei Magpies, per la loro storia, meritano questo.