Torino, ore 23,20 circa. Juventus-Barcellona si è conclusa 0-0. Un risultato molto italico nella sostanza, ma soprattutto nella forma.

Per capire che la Juve in questo momento storico non sia brillante, non ci vuole un dottore in scienze applicate. Se riguardo al passato è una situazione alla quale noi tifosi juventini ci siamo abituati: "morire" a novembre, per poi "rifiorire" a marzo. Non ho dubbi che anche questa volta il copione non cambierà.

Mi viene, però, da fare una riflessione sul modo di affrontare questo momento di difficoltà. Torniamo alle 23:20, che a questo punto sono diventate le 23:22. Il mister snocciola (come suo solito fare) complimenti ai suoi. Complimenti tirati, si vede dalla rigidezza del suo corpo. Poi, come un fulmine a ciel sereno, arriva quella frase che mi ha lasciato basito: "Stasera era importante non prenderle. Nelle partite precedenti molto spesso eravamo belli ma abbiamo preso tanti gol. Meglio esserlo meno (belli) e prenderne qualcuno in meno. Tanto li davanti qualcuno lo facciamo sempre".

No. No. No. A parte il fatto che l'aggettivo "belli" mi sembra alquanto pretenzioso… Mi dispiace mister, posso accettare le sue lodi tirate, posso accettare le scuse di un calendario fitto, posso accettare tutto. Ma tornare indietro di 4 anni, no.

La Juventus si giocherà il passaggio del turno in terra straniera. In uno stadio sempre caldo, che trasforma le partite in vere e proprie battaglie. Un po' come l'infausta notte/pomeriggio di Instambul. Anche quel giorno eravamo i più forti, ma più che l'avversario e il campo innevato, ci sconfisse quella mentalità tutta juventina da eterna sconfitta (in europa). Non che la storia ci dipinga come vincenti in campo europeo, però pensavo con la crescita degli ultimi anni, dopo due finali in tre anni, di non dover più sentire il "meglio non prenderle". 

Negli anni passati, ad ogni delusione cocente, dovevo sopportarmi la frase ad effetto di Bonucci: quelle del tipo "dalle sconfitte si impara, si esce più forti, tutti insieme! #finoallafine"; ora che il fenomeno sposta gli equilibri dei social da un'altra parte, ci si mette lei?!

Pensavo, sinceramente, la nostra dimensione europea fosse cambiata.

Attendo con ansia marzo, sperando che la brezza primaverile porti via questi discorsi, perchè si sa: le parole le porta via il vento.

Speriamo.