Il termine tecnico è Refeeding syndrome. Si tratta delle conseguenze, spesso mortali, che si verificano in soggetti che passano da un periodo di denutrizione ad uno contrario, di ipernutrizione. Le complicazioni dovete a una incontrollata ed eccessiva rialimentazione orale, enterale o parenterale può risultare fatale quando si verifica in modo aggressivo su pazienti fortemente malnutriti o che hanno digiunato per molto tempo. Questa sindrome è stata descritta per la prima volta in Giappone, al termine della Seconda guerra mondiale. La morte avveniva per insufficienza respiratoria e cardiaca a causa di una rialimentazione brusca e forzata.

Quanto sta accadendo in questo periodo sui social e tra gli addetti ai lavori di Fede rossonera ricorda in molti casi quanto appena descritto. Non essendo consci che la Società Milan è passata da un periodo caratterizzato da fortissima denutrizione (successi, trofei, campagna rafforzamento, ecc.) ad uno successivo che può nel breve, medio o lungo periodo dar vita ad una graditissima inversione di tendenza, il comportamento può risultare vittima di un’alterazione profonda e devastante. Anziché rialimentarsi gradualmente per permettere al nostro organismo di metabolizzare quanto stiamo introitando, la paura della morte è tale che l’istinto prevale sulla ragione e la razionalità viene abbandonata con seri rischi per la salute. Ho letto troppi post o articoli in cui si descrivevano concetti che, scusatemi ma è la verità, mi appaiono ridicoli, fastidiosi, pericolosi e irriguardosi della attuale realtà societaria di una squadra, di colori sociali ai quali mi sento legato per DNA. Chi sostiene che se il Milan non acquisterà Aubameyang, Diego Costa, Cristiano Ronaldo, Messi, Falcao e quant’altro sarà destinato a disputare un Campionato anomalo è affetto dalla refeeding syndrome e non se ne è accorto e occorre che lo capisca prima che sia troppo tardi. Io non so se Kalinic, Belotti, Mister X potranno cambiare le sorti della Società rossonera immediatamente. So soltanto che ho ben chiaro in mente il punto dal quale il Milan è partito e cioè da un closing in Primavera, da una campagna acquisti che è la seconda nella storia dell’UEFA per investimenti effettuati e che, permettetemi, Chalanoglu non può essere peggio di Sosa né Bonucci più scarso di Paletta (con tutto il rispetto di questo mondo). Scusatemi ma io mi dissocio dai sondaggi sul chi vorreste come centravanti del nuovo Milan e dalle accuse di tirchieria o peggio di sonnambulismo legate alle parole di un tweet di Aubameyang. Io sono grato per quanto la nuova Proprietà e Dirigenza stanno facendo e questo tipo di sostegno morale non dovrebbe essere messo in discussione da nessun rossonero che si definisca “milanista”. Si è sempre detto e scritto che i calciatori passano, i Presidenti passano, i Dirigenti passano, ciò che resta è il cuore dei tifosi e una maglia che ha fatto la Storia del Calcio. Possibile che molti se lo siano già dimenticato? E’ ora che qualcuno abbia il coraggio di affermare che il Milan ha passato il periodo di denutrizione e che ora si trova in un regime di alimentazione controllata. Ricordiamoci che gli eccessi possono portarci alla morte. Ho fiducia nella nuova Dirigenza e sono sicuro che chiunque sarà il centravanti del nuovo Milan egli si laureerà campione non perché già lo è ma perché i colori rossoneri, lo stadio di San Siro e il tifo “indiavolato” sanno trasformare gli atleti e dargli quel qualcosa che sa di miracolo. Vi ricordate chi era Kakà prima di esordire col Milan? Era la riserva di Rui Costa. Nessuno lo conosceva e nessuno avrebbe scommesso nemmeno un fazzoletto usato su di lui. Poi, è accaduto qualcosa. La chimica del Diavolo ha operato una sorta di miracolo sportivo e Kakà e il Milan si sono trovati a braccetto a vincere insieme dei trofei importanti. Cerchiamo di ricordare tutti insieme da dove siamo partiti altrimenti non riusciremo mai ad arrivare a raggiungere la nostra agognata meta. Buon Campionato a tutti i fratelli rossoneri...