La scorsa estate, dopo i secchi no ricevuti per Belotti e Aubameyang, il Milan aveva deciso di portare a Milano, e puntare forte, sulla coppia d’attacco formata dal croato Kalinic (30 anni) e dal portoghese André Silva (22).
Il primo, reduce da due buone stagioni con la Fiorentina (27 reti in 69 presenze), conosceva già bene il nostro campionato, mentre il secondo proveniente dal Porto era uno tra i giovani profili più interessanti in circolazione già titolare in pianta stabile con la sua nazionale. Peccato però che i 65 milioni spesi per i due nuovi innesti abbiano fruttato un misero bottino di soli sei goal in campionato. Nessuno dei due giocatori ha saputo infatti essere all’altezza delle aspettative, fornendo spesso e volentieri prestazioni scialbe e sottotono.

Kalinic dopo una partenza incoraggiante con Montella ha perso presto smalto e brillantezza sotto porta e negli ultimi mesi con Gattuso ha spesso assaggiato la panchina e in un’occasione persino la tribuna in quanto tacciato di scarso impegno.
Silva invece ha avuto un percorso più singolare con tante reti in campo europeo (otto in tutto di cui due nei preliminari) e una lunga astinenza in campionato interrotta soltanto dalla pesante marcatura dell’11 marzo contro il Genoa, bissata dalla rete sempre decisiva e sempre nei minuti finali segnata la domenica seguente a S. Siro contro il Chievo. In entrambi i casi comunque troppo poco per giustificare l’ingente investimento estivo.
Se per il portoghese tuttavia la permanenza a Milanello non dovrebbe essere in dubbio, le strade del Milan e Kalinic sembrano già destinate a dividersi nella prossima finestra di mercato.

Per fortuna del Milan questa crisi realizzativa è stata resa meno evidente dall’inattesa e provvidenziale esplosione del baby Cutrone (20) che in tante circostanze ha tolto le castagne dal fuoco per i rossoneri.  
Il giovane proveniente dalla Primavera del Diavolo è stato bravo infatti a sfruttare al meglio le chance a sua disposizione mettendo a referto ben 15 goal in tutte le competizioni che gli sono valsi il rinnovo fino al 2021 e la prima convocazione nella nazionale maggiore azzurra. Tuttavia non è ancora possibile affidare a questo diamante grezzo tutto il peso dell’attacco milanista e serve pertanto affiancargli un’altra pedina lesta a capitalizzare gli assist di Suso e Calhanoglu.

Per questo Fassone e Mirabelli dalla prossima sessione di mercato, fair play finanziario e situazione societaria permettendo, dovranno mettersi all’opera per individuare un vero numero 9 che permetta di fare l’auspicato salto di qualità, aggiungendo così la tessera che più è mancata quest’anno al mosaico rossonero. Secondo alcune indiscrezioni i profili sondati sarebbero il talentuoso e ribelle olandese Memphis Depay (24 anni) in forza al Lione, l’ex Lazio e attuale Monaco Keita Baldé (23), il giamaicano del Bayer Leverkusen Leon Bailey (21) che tanto piace anche al Chelsea, il bosniaco Edin Dzeko (32) che a gennaio sembrava in procinto di lasciare la Roma per vestire proprio la casacca dei Blues di Conte, o ancora il già citato Andrea Belotti (24), già inseguito la scorsa estate e autore quest’anno di una stagione in chiaroscuro con il Torino.
Cinque nomi importanti per cinque profili diversi. Gli ultimi due infatti sono vere prime punte e rapaci d’area di rigore, mentre i primi tre prediligono svariare su tutto il fronte d’attacco per non dare punti di riferimento alle difese avversarie.

Qual è dunque il profilo giusto per integrare la rosa rossonera e soprattutto è opportuno continuare a puntare su profili giovani e futuribili o per fare il salto di qualità è imprescindibile l'inserimento di un elemento subito pronto e di maggiore esperienza anche in campo internazionale?