Squilli di tromba in casa Milan. Coriandoli rossoneri invadono i social e l’entusiasmo è quasi pari a quello dell’era d’oro berlusconiana. Al ritmo di quasi un acquisto a settimana, nelle vesti di delegati paperoniani, il duo Fassone-Mirabelli porta in rossonero un campione, un campioncino o qualcun altro che potrebbe diventarlo nelle loro aspettative e in quelle dei tifosi.

Già, le aspettative. Cambiando, al momento, sette undicesimi della squadra titolare il Milan lancia una scommessa che ha pochi riscontri nella storia del calcio. Una scommessa carissima, visto, ad esempio, il caso di Andrea Conti. Il promettente 23enne terzino dell’Atalanta che, per circa 25 milioni di buoni motivi, sta arrivando al Milan al termine di una trattativa estenuante con il club di Percassi. L'ennesimo logorio anche per le moderne casse rossonere, quelle della rinascita dopo sei anni di acquisti da discount, dei pagherò e dei prestiti di quei giocatori che, con tutto il rispetto, avrebbero figurato con difficoltà nelle terze linee di tribuna del grande Milan.

L’attuale Milan è anche un esempio di ottimismo. André Silva, di anni 21 (costo 38 milioni), è un campione come molti ritengono? Oppure potrà diventarlo nel breve? Di sicuro ha in comune qualcosa con Cristiano Ronaldo: il Portogallo.

Ma torniamo al rapporto conti-aspettative: aggiungendo anche Franck Kessié, Ricardo Rodriguez, Fabio Borini e il “colpaccio” turco Hakan Çalhanoğlu (questo è il centrocampista offensivo di qualità che serviva al Milan), siamo sui 130 milioni in uscita. Considerando che mancano altri ruoli e profili per la completezza della prima squadra, ovvero il regista difensivo (Biglia?) e l’attaccante (Kalinic?), possiamo aggiungere un’ipotesi di altri 40 milioni. Pur considerando una cinquantina di milioni dalle cessioni - ed è ottimistico - il saldo passivo di circa 120 milioni è molto alto rispetto alle potenzialità delle acquisizioni fatte, almeno nel breve periodo. Ma il Milan ha appena cominciato la sua corsa a ‘passettini’ folli. Vuole ritornare alla grandezza che gli compete, ma è consapevole - crediamoci - che non possa farlo subito. Serve tempo e altri denari. Certo, ci vorrebbe Belotti, James Rodriguez o Abumejang, ma sono altri scenari e altri portafogli. Nel folle marasma del calciomercato moderno è difficile tornare grandi protagonisti ed è problematico persino essere competitivi.

Dopo anni di spiritelli malevoli annidati nelle menti rossonere, l’attualità è un gran bel realismo. Juventus, Napoli, Roma e Inter sono ancora più forti del Milan (e con la “miliardaria” e oculata Atalanta sarà dura per tutti), ma il tifoso e la dirigenza adesso possono dire quello che non riusciva a dire il Condor Galliani: “Non siamo ancora a posto, così”.

Danilo Stefani