In casa Milan la parola mercato fa rima inevitabilmente con la parola Donnarumma e pare essere assonante con la parola Juventus.
Nessuna offerta né richieste di annullabilità del contratto per presunte violenze morali e/o psicologiche ma, è bastato un piccolo invito di Buffon a riaccendere l’ingranaggio e, nonostante, le ultime parole di fedeltà post-Fiorentina (“Sto bene qui, ho ancora quattro anni di contratto, ndr”) basta poco per destabilizzare la già più che precaria posizione di Gigio all’interno del Milan

Appare molto difficile al momento ipotizzare un addio di Donnarumma già nella finestra invernale, lo sa bene la società che naviga nell’incertezza finanziaria con un debito da estinguere nell’ottobre 2018 a cui si aggiunge un contesto sportivo che, attualmente, rimane ben distante dalla sufficienza, contesto che non ha bisogno di una perdita illustre a metà della stagione. Lo sanno anche gli altri club, Juve in primis , sarebbe inutile innescare un negoziato così spinoso con meno di trenta giorni a disposizione sia perché appare inutile delegittimare Szczesny nel suo miglior momento in carriera e sia perché a Torino sono ben consapevoli che, nonostante la forte volontà di Raiola di allontanarlo da Milano, è altrettanto forte la volontà dello stesso procuratore di creare un’agguerrita asta con continui rilanci sia sul cartellino che sul compenso economico del calciatore. 

Difficile che venga ceduto a gennaio, così come è difficile che possa difendere i pali del Milan nella stagione 2018/19, si prospetta un’altra estate di contenzioso con l’entourage del ragazzo, i quattro anni di contratto pongono il club in una posizione di maggiore autorità rispetto alla sessione estiva passata ma, non gli danno la possibilità di evitare il dialogo con le parti, specialmente se il campo inesorabilmente non concederà ai rossoneri un piazzamento per l’Europa che conta. Un progetto da rivedere, una Uefa che attenderà il Diavolo con il coltello tra i denti, un malcontento generale, tutti elementi che porteranno Fassone e Mirabelli a fare accurate riflessioni in estate.

Il Milan, questa volta, giocherà una partita a carte scoperte, sa bene a cosa punterà Raiola e quale sia la volontà dell’ambiente rossonero, ormai disgregato dalla favola incrinata del giovane portiere del futuro.
I paletti del settlement agreement non tarderanno ad arrivare e il club di via Aldo Rossi sa che Donnarumma, in questo momento, è un gioco che non vale la candela: con un valore di mercato attorno ai 50 milioni di euro ed un peso sul bilancio di 12 milioni di euro lordi annuali, il giovane portiere rappresenta una possibilità da non sottovalutare anche perché la sua permanenza in rossonero non sarà mai serena come spera la dirigenza e, la divisione da Raiola auspicata dal tifo più caldo del Milan, difficilmente si concretizzerà. 

La dirigenza del Milan non dovrà cadere nel tranello mediatico architettato da Mino Raiola  abbassando il livello del negoziato ad una mera contesa di natura personale. Donnarumma è la chiave per accedere ad entrate importanti per il bilancio e, eventualmente a scambi di lusso con top club europei, dovrebbe paradossalmente fare di Raiola la sua spalla e rendersi conto che la cessione del portiere tutto rappresenta fuorché una perdita insostituibile nonostante le sue indiscusse qualità tecniche.