Nell'ultima trasferta contro la Sampdoria sono riemersi i fantasmi della brutta figura rimediata con la Lazio, messi momentaneamente da parte grazie alla spettacolare vittoria in Europa League e alle due vittorie meritate (anche se non altrettanto spettacolari) contro Udinese e Spal. Qualcosa tuttavia è cambiato tra le due sconfitte: oltre al ritorno di un'importante pedina come Bonaventura, Montella ha deciso di abbandonare il 4-3-3 in favore del tanto acclamato 3-5-2. Come già detto, questo cambiamento di modulo sembrava aver dato i suoi frutti, pur ridimensionando l'incisività di Suso, uno degli elementi di maggiore qualità della rosa rossonera, che si è visto costretto all'adattamento in una posizione palesemente non sua. La sconfitta (meritatissima) rimediata a Genova, purtroppo, smentisce questo dato: i giocatori sono apparsi confusi, insicuri e oppressi dal pressing alto dei blucerchiati; spesso i centrocampisti regalavano palla agli avversari nella propria metà campo, sbagliando passaggi alle volte anche semplici e non permettendo alla squadra di ripartire. Inutile soffermarsi ad analizzare gli errori individuali, lanciandosi in critiche avventate contro i singoli. Probabilmente è stata una "giornata no" per gran parte dei giocatori, dettata da condizioni fisiche o psicologiche non ottimali. Ma è altrettanto probabile che Montella non sia del tutto esente da colpe. E' risultato evidente che per tutta la partita la squadra abbia trovato non poche difficoltà nel costuire l'azione centralmente. Il 3-5-2 è, inoltre, un modulo che richiede di schierare due punte (o al massimo una punta e una seconda punta), mentre il tecnico rossonero si ostina a schierare una sola delle tre punte a disposizione. La domanda sorge dunque spontanea: perché, date le scelte del tecnico per quanto riguarda i titolari e date le difficoltà manifestate durante il match, non c'è stato un passaggio al 3-4-3? Questo modulo avrebbe permesso di allargare maggiormente la manovra e di far giocare Suso e Bonaventura nei ruoli in cui hanno fatto vedere le cose migliori, garantendo comunque valide alternative, in quanto sarebbe bastato sostituire Suso con Silva e Bonaventura con Chalanoglu per passare al 3-5-2/3-4-1-2. Il 3-4-3 risulterebbe essere, inoltre, un valido compromesso tra il vecchio 4-3-3 e il nuovo 3-5-2, che garantirebbe al tecnico di schierare una sola punta, come già fatto con un modulo evidentemente non adeguato. Montella rimane comunque un buon allenatore che pecca solamente di rigidità tattica, una rigidità che costringe ad adattamenti forse troppo dannosi, perché per gli interpreti il modulo non è solo un numero.