Il big match Milan vs Napoli viene archiviato coi classico pareggio a occhiali, risultato che non serviva a nessuna delle due squadre e che vede ora i rispettivi obiettivi appesi a un filo, anche se per il Napoli non solo non si riduce lo svantaggio verso la capolista Juventus, non solo diminuiscono le partite da disputare, ma addirittura il divario si incrementa di altri due punti, visto che a pochi minuti dalla fine la Juventus è in vantaggio 2-0 sulla Sampdoria.

Ma è del Milan che in questo contesto vogliamo parlare e soprattutto della sua manifesta difficoltà a segnare gol, circostanza non da poco nel gioco del calcio. Certo i dirigenti ci hanno messo del loro in fase di campagna acquisti nel non sapere o poter concludere il tesseramento di un attaccante capace di assicurare una buona dose di segnature.

In estate il Milan trattò alcuni dichiarati, ricordiamo alcuni nomi Aubemejang, Morata, Belotti, Immobile, Diego Costa, Falcao; come è finita lo sappiamo, a Milano sono arrivati Silva e Kalinic. E meno male che si è avuta la lieta sorpresa del giovane Cutrone, che è l'attaccante più prolifico dei rossoneri in stagione.

Gattuso, cui va dato il merito di aver salvato la stagione della Società avviata con Montella a un completo fallimento di tutti gli obiettivi e invece dopo una fantastica serie positiva in lotta per l'Europa e in finale di Coppa Italia, ha ovviamente cominciato il suo duro lavoro, mettendo come priorità la fase difensiva.

Il 4-3-3 rossonero è quindi lo schema in fase di possesso, perchè quando la palla passa agli avversari il Milan, che per dettame di Rino deve stare con le tre linee cortissime, in media sui 30 mt., si dispone con un 4-5-1, chiedendo a Suso e Chanalogu di abbassarsi acon la linea dei centrocampisti e lasciando il centravanti abbandonato a sè stesso; centroavanti che comuneue ripiega anch'esso in caso gli avversari fruiscano di palla inattiva.

Proprio nelle dichiarazioni post partita odierna, il buon Rino si assume la responsabilità della mancanza di lucidità dei due esterni alti, tra l'altro trattasi dei giocatori più dotati tecnicamente, proprio per la enorme mole di lavoro che essi sono chiamati a svolgere causa gli eccessivi ripiegamenti difensivi.

In realtà siamo solo parzialmente d'accordo con questa teoria: crediamo infatti che - al di là del lavoro svolto .- Suso e Chanalogu sono calciatori le cui caratteristiche mal si adattano a sostenere l'apporto di un classico centravanti; non a caso il gioco d'attacco del Milan non convince indipendentemente da chi svolga la mansione di punta centrale.

Prendiamo Suso, che pure più di Chanalogu può agire a sostegno di una punta centrale, ma che alla fine incide assai poco nelle azioni offensive della squadra. Lo spagnolo ha un solo piede il sinistro e questo ormai lo sanno tutti, compreso i suoi marcatori che, sempre più raramente si fanno sorprendere all'interno, lasciandogli disponibile solo il fondo campo con il relativo cross effettuato con il piede meno raffinato. La conseguenza è che il traversone è sempre facilmente controllato dai difensori.

Ma anche quando Suso si accentra e diventa molto più pericoloso perchè in grado di esplodere un gran tiro o liftare di interno piede indirizzando sul secondo palo l'azione non raggiunge elevate percentuali realizzative. Questo perchè il tiro è spesso fuori dallo specchio di porta, mentre l'apertura verso il palo opposto non troverà nessuno che da quel lato finalizzi.

Infatti gli esterni di sinistra sono  il timido Rodriguez che si avventura al massimo nella tre quarti campo e Chanalogu che predilige convergere al  limite dell'area di rigore piuttosto che entrarvi; l'unico che ogni tanto arriva a chiudere in porta l'invito di Suso è Bonaventura, ma impiegato da vera mezzala non può partecipare con la necessaria assiduità.

In questo contesto chi lavora per il centroavanti? nessuno, perchè palloni ne arrivano pochi, perchè lavorare in centro area significa avere addosso i due centrali, perchè come abbiamo visto, per una ragione o per l'altra,  manca il pane del centravanti, ossia il cross.

Una buona soluzione a nostro avviso potrebbe risultare scegliere tra Suso e Chanalogu un solo titolare da far giocare dietro la prima punta, la quale dovrebbe avere caratteristiche alla Hidegkuti o per i più giovani alla Menez; cioè si un finto nove, capace di dialogare, triangolare, finalizzare trame di gioco ma sempre accompagnando l'azione non solo del compagno di reparto, ma anche delle mezze ali, che a turno dovrebbero inserirsi.

Certo non si avrebbe la punta che da sola fa 40 gol, ma che importa se questi gol venissero distribuiti tra tutti gli attaccanti? si avrebbe inoltre un gioco offensivo che non darebbe punti di riferimento agli avversari: il Milan della stella, quello guidato da Niels Lhiedolm aveva un centroavanti che si chiamava Chiodi, ma i gol veri li fece un grande terzino, il compianto Aldo Maldera.

E se il Maestro Liedholm docet........