Quando ho sentito che Berlusconi voleva vendere il suo Milan ho pensato, come molti, che fosse finita un'era. Un binomio che in Italia poteva essere paragonato solo a quello Agnelli-Juventus, stava per essere mestamente scisso dal denaro cinese. È vero, i soldi non fanno la felicità, ma in un business come quello "pallonaro" (concedetemi il termine), aiutano molto. 

Il continuo slittamento del "closing", altro termine diventato comune il questi mesi, aveva illuso tutti che dietro alla cordata cinese ci fosse solo fumo. In effetti ancora oggi io (ma questo è un mio limite, non tifando Milan) devo capire chi sia il padrone della proprietà cinese che ha acquistato il club rossonero; chi ha "cacciato i soldi", insomma.

Fatto sta che questi cinesi prima liquidano Berlusconi (in senso materiale), poi "liquidano" Galliani (in senso figurato) e adesso con Fassone e Mirabelli si danno alle spese folli, forti del portafoglio senza fondo che sembrano possedere i nuovi proprietari. Idee chiare e pianificazione. Prima Musacchio, poi Kessie, poi Rodriguez e infine, solo per adesso, André Silva. E a quanto pare sembra non volersi concludere così. Nell'analisi finale però, avrà un peso determinante "il cuoco". Già, perchè gli ingredienti possono essere ottimi, ma bisogna dosarli bene e saperli cucinare, altrimenti comunque non verrà fuori un' ottima cena. Montella come allenatore mi piace, è in grado di far giocare bene la sua squadra e i suoi dogmi in campo spesso si riconoscono.

I risultati li vedremo solo nei prossimi anni, perchè sarebbe ingiusto gudicare dopo una sola stagione. L'inizio però sembra quello giusto per tornare ad essere competitivi. E come diceva qualcuno, meno male che i cinesi del Milan non esistono.

FINOALLAFINE