E' appena trascorso l'anniversario del closing, in occasione del quale Fassone ha avuto l'intelligenza (e anche il buon gusto) di evitare festeggiamenti da 1° maggio sovietico. La sfilata dei carri armati per la Piazza Rossonera non sarebbe stata granché opportuna.

L'AD milanista ha comunque rilasciato un po' di dichiarazioni di circostanza sulla falsariga di: ci stiamo muovendo per il rifinanziamento... il grosso dei debiti non è della società Milan ma di YongHong Li...  il Fondo Elliott è il Grande Padre Bianco che sta a Washington e si prende cura dei suoi cari Pellerossoneri... allo stadio di proprietà ci stiamo pensando... YongHong Li tifa Milan fin da bambino... siamo più forti dell'anno scorso ecc.

Poteva risparmiarci quel "Siamo più forti dell'anno scorso", visto che il Milan potrà anche valere nel complesso un 10% in più della stagione passata, ma se per farlo ci si è esposti per 220 mln, forse non è il caso di andarne così fieri.  A parte questo, capisco pienamente il suo impaccio, visto che il Milan si avvia al finale di campionato con la Roma alle costole e il Napoli che sbarca a San Siro, mentre è imminente l'incontro con la UEFA per il settlement agreement.

Il fatto è che la paura per le decisioni UEFA è concreta e fortissima. La società rossonera ha già commesso una gaffe notevole nell'approccio al voluntary agreement, quando si è seduta al tavolo col massimo organismo europeo millantando risultati di marketing poco credibili (per usare un eufemismo). I signori del calcio, infatti, avranno qualsivoglia difetto, ma non sono così sprovveduti. Per buona sorte, Fassone è a sua volta una persona intelligente (che come tutti può sbagliare) e, preso atto dell'errore, sta adottando un atteggiamento più consono. Il settlement agreement è, né più né meno, il patteggiamento di una sanzione, per cui occorrerà molta cautela, tatto e savoire faire nel proporsi.

Non sono peraltro pessimista, perché il massimo organismo europeo è un'istituzione molto politica, che non ha alcun interesse ad affossare una realtà storica del calcio mondiale. In soldoni, una manifestazione europea col Milan può avere qualche spettatore e sponsor in più e non credo che ciò faccia schifo a nessuno. Conterà più questo, almeno credo, della finale di Coppa Italia (di cui alla UEFA non frega assolutamente niente) o degli introiti dei biglietti di San Siro (poco rilevanti in termini quantitativi). Sui diritti televisivi invece  si può lavorare, probabilmente.

Il Napoli intanto sarà una brutta bestia da affrontare, dopo che la Fiorentina si è fatta sotto approfittando di una Roma con la testa al Barça, mentre il Sassuolo ha portato via punti a un Milan in preda a inspiegabili turbe psichiche. Sì, perché contro gli Emiliani il pur bravo Gattuso è andato in totale confusione.

La sconfitta dell'Inter a Torino e la vittoria della Fiorentina a Roma avrebbero caricato una grande squadra, ma il Milan è solo una buona compagine. Piuttosto che trovare le giuste motivazioni, i rossoneri si sono innervositi in misura eccessiva. Quando poi è uscito Romagnoli, vero regista della difesa e delle ripartenze rossonere, il Milan è andato in tilt come un vecchio flipper elettrico (chi ha più di 50 anni ricorderà questi aggeggi). Musacchio, infatti, è un buon giocatore, ma con Bonucci non fa reparto. Nel finale, del resto, anche Gattuso ha dimostrato di dover crescere ad alti livelli, in quanto ha schierato la difesa a 3 senza considerare che i centrali erano proprio Musacchio e Bonucci cioè, come detto sopra, la classica coppia "pane tosto e coltello che non taglia". Due che non fanno reparto.

In un contesto come quello descritto, i giocatori hanno attaccato a testa bassa, fracassandosela contro il muro di Iachini che aveva circondato di mastini Suso e Chala per impedire che rientrassero e battessero a rete. Per fortuna, nonstante tutto, nessuno ha perso la grinta, perfino il Bonaventura fuori forma e lo stesso André Silva, che faceva falli in attacco da vero Inzaghi. E per ironia della sorte è stato lo sconcertante Kalinic degli ultimi tempi a segnare un goal da vero centravanti d'area, quello che al Milan serve come il pane.

Contro il Napoli, tuttavia, senza la coppia Romagnoli-Bonucci non basterà la grinta sfoggiata, sia pur in maniera confusionaria, contro il Sassuolo. Occorrerànno calma e raziocinio, con la convinzione che anche un pareggio non sarebbe da buttare via.

In fondo, come dice l'Uomo di Baker Street (courtesy by Pellegatti), l'emozione ostacola il ragionamento e i rossoneri dovranno ragionare parecchio contro i partenopei.