Mi guardavo sbigottito la scorsa domenica, alle 22:30. Rosicavo un pochino ma non riuscivo ad essere catastrofico, mentre tutti attorno a me erano pronti con il cappio in mano. Non aspettavano altro gli altri, quelli al di là della barricata, quelli che stanno ancora più in là... pure quelli che ormai non vediamo da una vita accanto a noi e che, sinceramente, non pensavo potessero aprir mai più bocca. Ho sempre guardato i nostri, i miei. E mentre riflettevo sul mondo attorno, arrivavano pure gli sgabelli per completare l'opera. Sono andato quindi a letto, con molta difficoltà ho preso pure sonno... e sono partiti gli incubi. L'incubo aveva le tinte rossoblu. Anzi, ora che ci penso mi svegliai dopo aver sognato una banda biancoceleste. Ma quello che non riuscivo a cancellare parlava calabrese. Siamo stati affetti per 7 giorni da una sindrome inversa a quella del chihuahua: lessi pochi mesi fa che il chihuahua non si rende conto della sua dimensione parecchio "small", al punto che si crede essere più grande della gran parte delle altre razze canine. Noi no. Noi siamo all'esatto opposto: siamo la Juventus, abbiamo circa 7 dei migliori 10 calciatori del campionato, abbiamo il miglior portiere della storia, uno dei crack del calcio mondiale, affrontiamo la terz'ultima in classifica ma no, non riusciamo ad essere sereni. Vuoi considerare la difficoltà di affrontare il Crotone, imbattuto da 7 partite? Ricordo che durante il letargo pensavo alle sgroppate di Rosi, alle sponde del gigante Simy e alle incursioni di Rodhen, Non me ne capacitavo, non riuscivo a capire come si potesse riaprire un campionato chiuso da mesi e gestito magistralmente: poi però sentivo parlare e scrivere (purtroppo: mannaggia alla libertà di stampa) i vari giornalisti assolutamente non di parte... Hanno pure riaperto le quote scudetto: ANSIA. Mi alzai dal letto, un bicchiere d'acqua e si fila sotto le coperte. Il letargo è giunto quasi al termine: Cristiano Ronaldo levati, noi temiamo Nalini e Trotta. Il monte che dovevamo scalare, man mano che ci siamo avvicinati all'obiettivo, si è mostrato un sassolino per niente fastidioso: vuoi vedere che forse avevamo reso drammatica ed esasperata un pomeriggio di saluti e selfie? Si, siamo sempre i soliti: scaramantici, chiacchieroni e pure un pochino fifoni. Ma è finita, mi sono svegliato. Un po' sudato, vista la tensione accumulata in una settimana di letargo. Vado in soggiorno e trovo mio padre che mi illumina su quanto successo. "Siamo doppiamente nella storia del calcio italiano"; "Quanto è finita la finale, pa?" "E' durata mezz'ora... avevamo il record di due coppe Italia consecutive e ora ci siamo superati" "Perbacco, che squadra. Ma Crotone? E' stata la nuova Perugia, no? Falcinelli-Tonev quante pappine ci hanno rifilato?" "L'unica difficoltà del pomeriggio è stata quella di accettare che Buffon abbia chiamato il figlio Leopoldo. Avevamo il record di 5 campionati vinti consecutivamente; ora ci siamo superati". Goduria! Guardo la premiazione estasiato: Leopoldino ha già festeggiato più titoli del Napoli; Dybala è Dybala ma la Joya è la sua ragazza; Cuadrado nell'ultimo mese si è reso protagonista in positivo solo con la bomboletta di panna a spray svuotata sulla testa di Allegri. Sono felice, apro Twitter e vado a sfogarmi contro i giornalisti di parte che parlano di calcio-champagne, giostre, quaterne, show e sport marziani di squadre che alla fine festeggiano i titoli morali, quelli virtuali e quelli del cuore. Però quando la Juve vince perdono la connessione wifi scroccata al vicino e non possono postare i loro pensieri kantiani. Poi ripenso ai record e mi fermo un attimo... Ma si, siamo tutti felici oggi: se la Juve conquista la terza Coppa Italia di fila e batte la Juve, se la stessa Juve conquista il sesto Scudetto di fila e batte la Juve... allora significa che una Juve avrà pure perso. Spengo il pc, vado a festeggiare cercando qualcosa di originale: quindi prendo l'ago, il filo e passo a ricucire per la sesta volta la toppa tricolore. In tre giorni due partite vinte, con i soliti 0 gol subiti - marchio di fabbrica che ci ha messo su un aereo verso il Galles - che ci portano diretti verso la Leggenda del calcio italiano. Magari ora non ce ne rendiamo conto, ci sembrerà tutto normale. Ma tra 30 anni si parlerà sempre di questi ragazzi che hanno saputo oltrepassare ostacoli insormontabili per tutti i predecessori, con la fame di continuare a vincere sempre. Ora, mancano 13 giorni alla prossima, me la sto già facendo sotto. Mi metto a nanna, catapultatemi dal letto il 4 giugno. #finoallafine #LE6END