“Se penso ai punti che ho fatto l'anno scorso vedo che sono gli stessi dell'anno passato; però poi io devo ambire a fare qualcosa di più, quindi non sono contento del mio lavoro”.

Fortemente ambizioso o velatamente furbo? Nel tracciare un primo bilancio dell’avventura nerazzura Luciano Spalletti mostra il proprio carattere, orgoglioso ed ambizioso, sottolineando di aver raggiunto lo stesso numero di punti della Roma stagione 2016/2017, ma palesando anche un’insoddisfazione di chi soffre ad essere secondo, anche nel torneo di bocce di Certaldo.
Allo stesso tempo però instilla nell’animo del tifoso una certa compassione per chi stia cercando di rivoluzionare l’ambiente interista ed abbia visto il proprio progetto frenare bruscamente a cavallo delle feste natalizie (notoriamente indigeste ai calciatori della Beneamata).
Come può infatti il tifoso interista imputare anche una singola colpa al condottiero che si è preso carico dell’unione e della rivoluzione dell’ecosistema ed in cui è entrato a far parte solo da sei mesi? Sarebbe ingrato muovere delle critiche al Giuseppe Garibaldi pallonaro, chiamato ad unire un ambiente spaccato e disilluso, tramite la dedizione e l’impegno di soli venticinque combattenti?

Primi bilanci, tempo di numeri.
In materia amministrativa, i bilanci si redigono attraverso i numeri; che tipo di realtà raccontano quelli interisti? La squadra è al terzo posto, dietro solo alla Grande Bellezza Sarriana, ed alla Corrazzata di Allegri. Con un’eventuale vittoria della Roma nella gara da recuperare in trasferta contro la Sampdoria, la squadra neroazzura sarebbe comunque in zona Champions League, obiettivo dichiarato dalla dirigenza per la stagione in corso.

41 punti in 19 giornate sono un buon ruolino di marcia. Se si dovesse riuscire a bissare il girone appena concluso, sarebbe difficile ipotizzare un’Inter qualificata “solo” all’Europa League. Nella stagione 2016/2017 la Lazio, quinta classificata ha totalizzato 70 punti. Nelle precedenti 7 stagioni, nessuna quinta classificata ha conseguito più di 66 punti. Dunque, sebbene si stia assistendo ad un campionato domestico anomalo, in cui la forbice “piccole/grandi” si stia allargando paurosamente, replicare quanto fatto sinora garantirebbe probabilmente il raggiungimento dell’obiettivo.

I numeri rivelano anche una squadra la cui differenza reti è cresciuta del 150  percento (+20/+8); questo grazie a maggiori reti realizzate (34 contro 30 della passata stagione) e minori reti subite (14 a 22).

Dove può migliorare Spalletti.
Nelle ultime 6 partite, Coppa Italia inclusa, la squadra ha realizzato un solo goal su azione (0,16 a partita), contro una media/goal pre-Juventus di 2,2 reti a partita, ovvero oltre il 90 percento in meno. Colpa di Icardi? Possibile, ma sarebbe oltremodo ingeneroso criticare l’attuale capocannoniere della Serie A. A parte saltuari assestamenti “a partita in corso”, dovuti principalmente a disagi dei giocatori in partite specifiche, il modulo spallettiano ricalca quello varato da Pioli nella passata stagione, ovviamente con interpreti e movimenti differenti. La squadra utilizza le fasce più di qualsiasi altra compagine nostrana (dati Lega Serie A), ma lo fa spesso inefficacemente. L’inter è la squadra che crossa di più in campionato, ma è anche la squadra che sbaglia più cross in Italia. Di 339 cross effettuati nel girone di andata, 167 sono stati errati e non hanno prodotto azioni pericolose. Visto inoltre che il 75 percento delle azioni d’attacco interiste proviene dalle fasce, se ne deduce che più di un’azione su tre venga sprecata per errori individuali, di posizione o di esecuzione. Ecco dunque la responsabilità che Spalletti ha come allenatore/stratega, ovvero quella di non aver ancora prodotto una soluzione alternativa allo sfondamento laterale. Questa è l’area di miglioramento. Qui risiede l’el dorado interista. Possibile che un allenatore preparato come il tecnico di Certaldo non riesca a trovare delle soluzioni con i calciatori a disposizione? Possibile che la dirigenza non si accorga di questa lacuna, e non riesca ad intervenire?

Gennaio di risposte.
Un mese di risposte da trovare dall’area tecnica e sportiva dell’FC Internazionale Milano, con soluzioni interne od esterne, sperando di aver digerito le parziali delusioni natalizie, e che la donna dalle scarpe rotte, e dal cappello alla romana non porti carbone a tinte viola, per poter così permettere ai dirigenti neroazzurri di vivere la sosta posticipata, con urgenza ma anche sufficiente serenità perché, si sa, “il mercato prescioloso” porta spesso calciatori “storpi”.
Vero cugini?