All'inizio di questa sessione di mercato, ho fatto una sorta di fioretto: avrei dato il mio giudizio sul mercato fatto dall'Inter non ogni settimana, ma direttamente alla fine del mercato, un po' perché il giudizio deve necessariamente arrivare alla conclusione, un po' perché se si dovesse commentare ogni rumor si rischierebbe l'usura delle dita per il troppo scrivere. Per fare un esempio spiccio, l'anno scorso, da luglio sino alla fine di agosto, sono stati accostati all'Inter quasi cento nomi. Di quei cento, ne arrivarono solo tre, Candreva, Joao Mario, e Gabriel Barbosa. Ma anche questo è il calciomercato dopotutto.

La sessione di questa estate non è stata meno convulsa e ricca di nomi e colpi di scena, anzi, è stato come un gigantesco viaggio sulle montagne russe, tra proclami presunti, arrivi mancati, scarti e rifiuti. Non che gli interisti non siano abituati alle emozioni forti ed alla tensione, ma questi due mesi hanno provato anche i nerazzurri più calmi, anche i più pragmatici.
Ma per quali motivi? Vediamo di elencarli.
La nuova proprietà cinese che, forte del suo strapotere economico, avrebbe potuto fare la voce grossa sul mercato, ha di fatto deluso le attese. Ci si aspettava un mercato roboante, e invece ci si è ritrovati con pressochè nulla in mano. Il Milan ha fatto un mercato di spessore, anzi, ha realizzato il record nel campionato italiano per volume di spesa, mentre l'Inter al confronto non ha comprato nessuno. Erano stati promessi dei nomi di primissimo piano, dei veri top players, e invece adesso ci si deve accontentare dei rimasugli.

E le cose sono andate proprio così? Beh, si e no. vediamo di analizzare tutte le critiche punto per punto.

Prima di tutto, la questione economica.
Suning non è certo una azienda povera, visto anche il fatturato annuo avrebbe i numeri per poter comprare i veri campioni del momento senza sosta. E perché non è accaduto? Per svariati fattori. C'è da considerare quella spada di Damocle che dal 2015 pende sopra le nostre, nerazzurre teste, ovvero il Fair Play Finanziario, o per essere più specifici, il Settlement Agreement, che ha obbligato la società a chiudere il bilancio in pareggio, pena ricevere nuove multe e limitazioni di varia natura.
Fare spese folli sarebbe stato molto, molto rischioso, perché, a titolo esemplificativo, se l'Inter avesse speso 200 milioni, avrebbe dovuto o fatturare/vendere giocatori per 200, oppure fare le corse come nel mese di giugno per pareggiare i conti. E non è proprio una questione semplice, visti i salti mortali che Sabatini, Ausilio, ed anche il proprietario Zhang Jindong hanno dovuto fare per far quadrare i conti, tra cessione di giovani e sponsorizzazione del centro sportivo. Ci si è riusciti per il rotto della cuffia, dover ogni volta ridursi all'ultimo momento potrebbe portare a delle cessioni eccellenti, che certamente farebbero dispiacere ben più dei mancati acquisti, il caso Perisic è stata la telenovela di quest'estate proprio per questo motivo.

Inoltre, ci sono anche le questioni squisitamente politiche. Infatti, il 18 ottobre in Cina si terrà il diciannovesimo congresso del Partito Comunista Cinese, che porterà ad un rinnovo ai vertici e soprattutto al nuovo piano economico, che potrebbe coinvolgere la gestione dei capitali verso l'estero, e quindi alle spese che i magnati cinesi potranno o non potranno fare. Tutto è ancora avvolto nel mistero, ma siccome "di doman non c'è certezza", meglio non rischiare delle pericolose sanzioni interne per quello che, alla fine della fiera, è un gioco, ed è il motivo per cui tutti gli imprenditori cinesi sono sul chi vive. Ma non si includa il Milan in tutto questo, che si trova in una situazione molto diversa dalle altre.

Già, il Milan. Ecco, forse è proprio questo che ha fatto arrabbiare molti tifosi della Beneamata: il fatto che il Milan abbia speso così tanto per comprare tanti giocatori. Metto subito le mani avanti, il Milan ha fatto un mercato da 9. Superbo, con tantissimi colpi in prospettiva senza rinunciare all'esperienza di veterani di sicuro affidamento come Biglia o Bonucci, ed in più il portare avanti con orgoglio i migliori prospetti del proprio vivaio, con Donnarumma, Locatelli e Calabria prima e Cutrone poi. Però, va anche detto che il Milan aveva da cambiare molti, moltissimi giocatori. Vedere il Milan giocare con Kucka, Montolivo e Sosa a centrocampo è un qualcosa che fa gelare il sangue nelle vene a me, posso immaginare i milanisti che questa sofferenza la hanno vissuta sulla propria pelle. Difensivamente, Paletta (che ha portato a casa il record europeo di espulsioni) e Zapata (che forse col gol contro di noi ha fatto l'unica cosa buona nella sua stagione) non sono spalle credibili di Romagnoli, che invece sta crescendo ottimamente e non ha bisogno di inutili zavorre a tarpargli le ali. In attacco, Bacca (a mio parere attaccato più per principio e per via del suo carattere che per reali demeriti sportivi) e Lapadula (comprato da Galliani per propaganda italianofila) non possono certo essere le frecce migliori nella faretra. Così come gli esterni Abate/De Sciglio/Antonelli. Il Milan dell'anno scorso aveva solo Suso, Bonaventura e Donnarumma come veri e credibili titolari. Ovvero, tre giocatori su undici. Troppo poco per un club come quello dei rossoneri, che quindi sono stati costretti a spendere tanto per tanti giocatori. Del resto, quando c'è da riprogrammare da zero, si deve fare così. Giocheranno bene? Male? Se ne riparlerà a maggio, ma sulla carta si sono mossi benissimo.

L'Inter era nella condizione di dover cambiare tutta la squadra? Secondo me, assolutamente no. Gli elementi buoni, a tratti anche ottimi, noi li avevamo già:

  • Handanovic, al netto di svarioni clamorosi e distrazioni spesso evitabili, resta un portiere di prima fascia;
  • Miranda è nazionale brasiliano e con ampio merito;
  • Perisic beh, è uno dei top players nel ruolo di esterno sinistro;
  • Icardi a livello realizzativo è semplicemente devastante;
  • Joao Mario ha un potenziale enorme, ma va incanalato nella giusta posizione;
  • Gagliardini ha i mezzi per dire la sua, e deve continuare a mostrare la sua solita grinta.

Insomma, la base c'era già, che senso aveva comprare giocatori tanto per fare? Servivano acquisti mirati e cedere giocatori fuori dal progetto o non ritenuti utili per la causa da Spalletti, e in questo senso Sabatini ed Ausilio si sono mossi:

  • Servivano dei difensori, ed è stato preso Skriniar e promosso Vanheusden. Si poteva fare di più? Si, ma non sono arrivati altri difensori perchè non è stato possibile arrivare a nomi più concreti, e le spese folli per giocatori non in grado di aumentare il valore della rosa non possiamo permettercele. Se abbiamo dovuto firmare il Settlement Agreement, è anche per comportamenti come questi. E poi diciamocelo, sarebbe doppiamente bello se Zinho si rivelasse un gran giocatore.
  • Servivano dei terzini, era la priorità assoluta, dato che Ansaldi/D'Ambrosio/Nagatomo/Santon non sono affidabili per vari motivi: Ansaldi per gli infortuni, D'Ambrosio per la pochezza in fase offensiva, Nagatomo perchè è Nagatomo e Santon perchè ormai è una sorta di creatura mitologica, metà calciatore metà ectoplasma. Visto che comprare quattro terzini era una vera e propria impresa, si è deciso di comprare almeno i potenziali titolari: Dalbert e Cancelo, già fresco di infortunio con la nazionale. Sulla carta sono più forti dei quattro che già avevamo in rosa, garantiscono dinamismo offensivo e molti cross, poi starà a Spalletti farli rendere anche in fase difensiva.
  • Del centrocampo si è sempre detto peste e corna l'anno scorso: Kondogbia è un bidone, Gagliardini non sa impostare, Medel ormai è un difensore, Brozovic è discontinuo e così via. E pertanto, sono stati comprati direttamente due titolari, Borja Valero e Vecino, che proprio sulle doti di palleggio trovano il loro punto di forza. Spalletti si sa, è uno che guarda molto al gioco offensivo, a saper gestire la palla e al servire gli attaccanti, pertanto con questi due innesti, almeno in teoria, dovremmo avere più pericolosità davanti.
  • L'attacco forse era l'unico reparto dove non avevamo bisogno di rinforzi di peso, vista la graditissima conferma di Perisic e la non partenza di Candreva. E di certo la priorità non poteva essere quella di comprare un panchinaro come vice-Icardi, vista la presenza di Eder e Pinamonti. Ciononostante, è stato preso Karamoh, interessante prospetto francese che basa sui cross e sul dribbling il suo repertorio, che è proprio quel che ci serve per aumentare la pericolosità a destra, dato che i cross di Candreva non sono spesso precisissimi.

Skriniar, Borja Valero, Vecino, Dalbert, Cancelo e Karamoh, senza contare i giovani prospetti della primavera (Zaniolo e Odgaard tra i tanti) e per l'Inter che verrà (Bastoni dall'Atalanta). Si è cercato di colmare le lacune della squadra, con un occhio ben puntato alla voce "bilancio", che dà delle limitazioni non da poco e che ha costretto a numerose cessioni, utili anche per tagliare i rami secchi come Biabiany, per citare il nome più eclatante.
Un mercato stellare? ovviamente no. Un mercato fatto male? Per me no. Ci si è mossi con intelligenza e necessità, comprando solo dove serviva senza prendere doppioni costosi. Quelli, al più, potremo permetterceli tornando in Champions o quando si fatturerà di più.

Infine, la nota dolente dei nomi usciti sulla carta stampata e non. Nainggolan, Di Maria, Manolas sono solo alcuni dei più clamorosi, e il loro mancato arrivo ha fatto imbestialire i tifosi. Ma bisogna, come sempre quando si parla di calciomercato, valutare l'attendibilità e la ragionevole veridicità della notizia.

  • Nainggolan e Manolas? La Roma, salvo le clausole come per Pjanic, non cede certo i suoi pezzi pregiati, non ora che dovrà tenere stretto il posto in Champions con le unghie e con i denti, e soprattutto non in Italia.
  • Di Maria? Un giocatore che al PSG sta giocando stabilmente la Coppa Campioni perchè dovrebbe scendere di categoria per andare in una squadra che neppure gioca le coppe? E in particolar modo, in una squadra che non può offrirgli nemmeno lontanamente lo stipendio da oltre 10 milioni che percepisce nel club parigino? Idem valga per Draxler.
  • Schick? Una vicenda delicatissima, e in particolar modo costosa. Ferrero ha avuto tutto il suo interesse ad alzare il prezzo per un giocatore che dal punto di vista della salute ha fatto sobbalzare anche una squadra come la Juventus che non si lascia sfuggire certo dei talenti col sorriso sulle labbra. La Roma per portarlo a casa ha speso 38 milioni più bonus senza sapere ancora dove collocarlo tatticamente, e da noi non sarebbe stato differente, visto che gioca come attaccante puro e non come esterno, e quindi andrebbe formato da zero in quel ruolo.
  • Keita? Lotito chiedeva delle cifre non sostenibili, e che infatti sono state accolte dal Monaco, un club non certo in difficoltà economiche. Ma supponiamo potesse essere alla nostra portata, dove lo avremmo potuto fare giocare? Keita nasce esterno sinistro d'attacco, e proprio in quel ruolo gioca uno dei pochi inamovibili della formazione, ovvero Perisic. Giocare come punta avrebbe comportato il mettere in panchina Icardi, altra ipotesi infattibile. Schierarlo a destra avrebbe comportato ritrovarci con un esterno destro adattato, con tutti i rischi del caso, e, come già detto, spende trenta milioni per un rischio non è economicamente sostenibile al momento.
  • Mustafi? Non voleva trasferirsi all'Inter, e mi pare che il sequestro di persona sia un reato ancora procedibile penalmente.

E questo solo per citare i nomi circolati con più insistenza e che hanno creato il clamore mediatico più grosso. Ma come per ogni rumor, bisogna sempre chiedersi: "Allo stato dei fatti, è un nome realisticamente sostenibile per l'Inter nel caso venisse acquistato?" oppure: "E' un giocatore che rinuncerebbe alla sua posizione/stipendio per andare in una squadra senza coppe?" Sarebbe bastato.

Insomma, per me l'Inter, al netto di quel che serviva e della scarsa libertà di azione per via dei vari paletti, merita un 7. Non certo un mercato faranonico, ma funzionale, almeno sulla carta. Serviva tappare dei buchi, ed è stato fatto. Serviva cedere molti giocatori, e nei limiti del possibile è stato fatto (cedere Ranocchia è sempre una impresa titanica). Forse sarebbe servito un centrale in più per sopperire alla partenza di Murillo, ma io credo in Vanheudsen.

Come sempre, il responso lo darà il campo. E chissà che per una volta che non siamo incoronati come i re dell'estate non si riesca a fare meglio. Ne avremmo bisogno, anche solo per lenire i nervi scossi dopo questa sessione estiva.