Il Milan dovrebbe fare un monumento al fiscalissimo Doveri, che nello scorso Bologna - Milan ha lasciato i rossoneri in 9. E' stata l'occasione che ha consentito a Montella di dimostrare a chi di dovere (Doveri... dovere... calembour del tutto involontario) che questa squadra deve affrontare ogni partita come una pratica di penitenza: cautela assoluta, attenzione maniacale e prontezza nel punire gli avversari al primo errore. Può andare male in qualche partita, ma alla fine i punti arrivano. E questa diagnosi ha trovato prima riscontri a Roma contro un'ottima Lazio e ieri contro una valida Fiorentina (due banchi di prova decisamente credibili). A Bologna c'erano 4 difensori felsinei che presidiavano un'area di rigore vuota, sentendosi talmente tranquilli da dormire come ghiri. Tre difensori della Lazio si sono lasciati incantare dai movimenti indolenti di Suso, che li ha ipnotizzati e colpiti come un cobra. Il goal di Deulofeu contro la Fiorentina lo hanno visto tutti. Per quanto bravo, l'avversario non è mai un essere divino, quindi è fallibile e prima o poi sbaglia. Ma solo se si è in partita e in agguato sulle sue mosse, si può sfruttare l'errore. Confucio, noto saggio lussemburghese del V° sec. a.C., a torto creduto cinese, commenterebbe: "Meglio non divertire e fare 3 punti che divertire e perdere". E Confucio, signori miei, lo conoscono in tutto il mondo, mentre i signori Li non li conosce nessuno, né in Cina né in Lussemburgo. Già Lippi aveva confessato di non sapere chi fossero. Ieri, nel corso della Domenica Sportiva, hanno fatto lo stesso Cannavaro e un signore cinese che parlava tanto bene l'italiano da non poter essere accusato di non aver capito la domanda. Ora, nessuno dubita più del "closing", ma il problema è: cosa succederà dopo 'sto "closing"? Se è vera la regola "un nome una garanzia", l'anonimato cosè? Una minaccia?