Brutta storia le amichevoli estive. Le vinci tutte, o quasi, e ti senti ripetere "ad agosto campioni, ma a maggio?!". Le perdi tutte e il ritornello diventa "anche d'estate, solo brutte figure!". Che importanza dare a questi test pre-stagionali allora? Il tifoso nerazzurro ci va coi piedi di piombo. Ha imparato la lezione. Vincere è sempre bello, ci mancherebbe, ma conosce "i suoi polli". D'estate sembrano pronti al salto di qualità, ma alla prima difficoltà ritornano la squadra conosciuta nelle ultime due stagioni. Per carità, lo scorso anno il precampionato aveva già dato un piccolo assaggio di quello che sarebbe potuto essere: batoste a destra e a manca, difesa da strapparsi i capelli e poche idee.

Ecco, quindi, che le vittorie estive dell'Inter godono del tempo che trovano. Ben vengano i segnali positivi, ma andiamoci cauti. Manteniamo il profilo basso, diciamo. Non lasciamoci prendere dall'entusiasmo derivante dai successi contro Chelsea, Bayern Monaco e Villarreal. Tutto molto bello eh, sia chiaro, ma facciamo in modo di ripeterci anche in quelle che contano, per cortesia.

I segnali, però, sono confortanti. La squadra, dopo anni, sembra aver trovato una fisionomia vera e propria. Le direttive impartite da Spalletti sembrano trovare terreno fertile nella disponibilità mostrata dai giocatori a metterle in pratica. I nuovi arrivati dimostrano di poter recitare un ruolo da protagonisti: Skriniar ha spazzato via i mugugni seguiti al suo arrivo a suon di buonissime prestazione mentre Borja Valero sembra già essere elemento imprescindibile per la filosofia di gioco di Spalletti.

Come non bastasse, giocatori come Joao Mario, Brozovic e Jovetic sembrano la bella copia di quelli ammirati nelle scorse stagioni. Se al portoghese è lecito concedere una seconda possibilità visto l'importante investimento dello scorso anno, discorso diverso va fatto per gli altri due. Da anni ormai esempi lampanti del "potrei ma non mi va", Jovetic e Brozovic rappresentano due incognite non da poco per la società nerazzurra. Soprattutto il primo. Meritano un'ulteriore seconda opportunità? Jovetic forse, Brozovic difficilmente. 

L'impressione, sempre più concreta, rimane che il miglior acquisto messo a segno dai nerazzurri sia proprio il signore da Certaldo che siede in panchina. A prescindere dai possibili acquisti in arrivo da qui a fine mese, Spalletti sembra aver rivoltato una squadra apparsa senza capo né coda negli anni precedenti. I risultati estivi conferiscono valore al lavoro fatto soprattutto agli occhi del gruppo, chiamato a convincersi che la strada indicata dal mister è quella giusta. Insomma, in Luciano we trust.