Come in ogni turno di campionato, tra le dieci gare disputate c'è sempre e ci sarà qualcosa di sbagliato nelle decisioni arbitrali, Var o non Var: sbagliano anche loro così come i giocatori. Ieri il caso del posticipo serale a San Siro tra Milan e Sampdoria, dove l'ottimo arbitro di turno Doveri (voto 7), dopo un intervento con braccio scomposto e sospetto rigore di Calabria, con quest'ultimo che sembrava aver colpito il pallone con la mano, consultando il Silent Check Var, decide poi, contrariamente all'opinione pubblica pronta a rivedere la moviola in TV e a trarre decisioni affrettate, di non intervenire e di far riprendere il gioco normalmente. Rigore o non rigore, dentro l'area o al limite, il braccio era fuori area ma le gambe dentro, involontario o meno, chi grida già allo scandalo; nessuno però si accorge che prima dell'intervento incriminato, il gigante Duvan Zapata spinge in volo e alle spalle platealmente il piccolo Calabria, facendolo sbilanciare in avanti. Il primo a segnalare ciò è Bonucci, che da dietro vede tutto e lo fa notare subito sia al direttore di gara che all'avversario (come visibile nel video). Bisognerà quindi analizzare sempre tutta la dinamica senza concentrarsi solo sulle immagini e i video finali che spesso traggono in inganno, specie chi in campo non sta. Certo, anche il Var può sbagliare e ha sbagliato, ma sicuramente è innegabile che, dati alla mano, gli errori arbitrali si siano notevolmente ridotti rispetto agli anni passati specie sui casi decisivi di fuorigioco, goal-nogoal e gioco scorretto fuori dall'azione. In campo il Var c'è, con giocatori ed arbitri: gli altri no, devono starne fuori.