Uno dei comuni denominatori delle Juventus a guida Massimiliano Allegri sono gli inizi difficoltosi: alle volte, grazie anche a un pizzico di fortuna, si è riusciti a camuffare la crisi di gioco con vittorie, altre volte no; ma l’essenza rimane la stessa ossia che la squadra, per trovare la sua vera identità, deve aspettare novembre. E’ infatti, di solito, intorno a quel mese che si iniziano a vedere gli ingranaggi incastrarsi ottimamente: con una squadra che incomincia a costruire gioco, crescendo l’intesa tra i giocatori, e a incalzare una crescita costante che, come ripete spesso il mister, deve portare al top della condizione intorno a marzo, quando ci si gioca veramente gli obiettivi stagionali.

Il gol del momentaneo 0-1 subito ieri sera è un po’ se vogliamo la summa di questo periodo: una rete nata da un mix di disattenzioni, leggerezze e errori tecnici che ha portato i nostri avversari in vantaggio; fortunatamente poi è stato trovato il pareggio e, non senza difficoltà, la rete del solito encomiabile Mandzukic che ha garantito una vittoria vitale per il prosieguo nella competizione.

Una prestazione, a detta di Allegri, peggiore sul piano tecnico rispetto a Bergamo e a quella casalinga contro la Lazio ma che, non senza un briciolo di fortuna, si è conclusa positivamente: Gli spunti di analisi che personalmente traggo da questa partita sono, da un lato, le conferme di una linea difensiva falcidiata un po’ dagli infortuni e un po’ da un mercato non all’altezza. L’impegno di Sturaro è sempre encomiabile ma prima di poter essere un terzino destro affidabile ce ne vorrà: il risultato è che in quella posizione, oltre a Lichtsteiner escluso di lusso in Champions, ci dobbiamo affidare all’improvvisazione (vedasi l’esperimento di Cuadrado terzino) o a De Sciglio, ad oggi poco più che una scommessa che deve ancora trovare la sua consacrazione definitiva, oltre al mistero legato a quando Howedes potrà tornare abile e arruolato. 

Passando ai difensori centrali, l’elemento ad oggi più affidabile è senza alcun dubbio Chiellini che tra l’altro sta attraversando un periodo di ottima forma fisica. Tuttavia, al netto della indiscussa qualità del nostro centrale, la precarietà fisica che lo ha contraddistinto negli ultimi anni mi lascia poco sereno; Rugani continua ad essere utilizzato in situazioni “protette” ma, non appena l’avversario si fa più forte, diventa l’ultima scelta. Benatia, ad oggi, è il lontano parente del “monolite corroborato da un fuoco sacro” decantato da Walter Sabatini ai tempi della Roma e Barzagli rimane una soluzione super ma è impensabile possa giocare al medesimo livello fisico tutte le partite della stagione.

Il risultato è che, ad oggi, non abbiamo una coppia di centrali titolare non per una sana concorrenza ma perché Allegri, tra dubbi di rendimento e guai fisici, ancora non l’ha trovata e (a mio avviso) difficilmente la troverà. La partenza di Bonucci, come da me ripetuto fino alla nausea, doveva stimolare riflessioni che evidentemente non sono emerse: personalmente avrei venduto Benatia a favore di un difensore in grado di raccogliere l’eredità di Bonucci in termini di presenze e affidabilità.

Altra nota stonata di ieri sera ma anche di questo inizio stagione è Alex Sandro: il terzino verdeoro risulta ancora molto sconnesso e avulso dal nostro contesto di gioco, alternando buone giocate a momenti di mollezza estrema. Lontano parente dell’instancabile pendolino che la passata stagione portò al pensionamento anticipato di Evra, mi auguro che questo periodo no sia dovuto ad una condizione fisica non ottimale e non alle sirene di mercato che lo hanno coinvolto l’estate appena terminata.

Note positive l’inizio stagione di Cuadrado, che ha dimostrato con i fatti che, ad oggi, il titolare in quella posizione, nonostante gli innesti di lusso, è ancora lui; per distacco, il più efficiente e efficace in questo sistema di gioco. Oltre al colombiano come non menzionare, se ce ne fosse ancora bisogno, Mario Mandzukic: l’attaccante croato ha dimostrato che i trofei vinti e gli attestati di stima ricevuti ovunque ha giocato, non sono frutto del caso e ne certificano il suo immenso valore e l’importanza che ricopre nella nostra squadra. Mi voglio personalmente scusare con Mario per aver anche solo pensato che, visti gli acquisti fatti, in questa stagione si potesse approdare ad un 11 in cui lui non apparisse. Al contrario, oggi mi sento di lanciare una provocazione (ma nemmeno troppo): Marione è il centravanti più forte che abbiamo in rosa. Ebbene sì, perché al netto delle capacità da goleador indiscusse di Higuain, i gol più pesanti, da tre anni a questa parte, li ha segnati proprio il croato e quello di ieri sera è solo l’ultimo di una lunga serie. Higuain ha inciso in campionato la passata stagione ma, purtroppo, in Champions ha dato un contributo a mio avviso insoddisfacente e, come ho già scritto, un centravanti che faceva la differenza in campionato lo potevamo trovare comunque a cifre anche inferiori.

Non accetto nemmeno la disamina giustificativa fatta da Allegri ieri sera che ha elogiato il Pipita di una prova di tecnica, sacrificio e fisicità. Da lui voglio quei gol e quella spietatezza per cui è stato pagato e non voglio vedere un calciatore che, quando servirebbe il suo apporto, non attacca quasi mai il primo palo e si nasconde tra i difensori. Altrimenti lancio una seconda provocazione: Allegri metta Higuain al posto di Mandzukic e viceversa visto che, ripeto, ad oggi il centravanti di maggior valore che abbiamo è proprio il croato.