Ne “Il Padrino”, capolavoro cinematografico di Francis Ford Coppola, Vito Corleone fa “un'offerta che non potrà rifiutare" a Jack Woltz, facendogli recapitare la testa dell’amato cavallo nel suo letto. Del resto il regista aveva rifiutato di assegnare a Johnny Fontane ,figlioccio di Corleone, il ruolo da protagonista nel suo nuovo film.

Una disavventura molto simile accade a Luis Figo il 22 novembre 2002.

Il 24 luglio 2000, Luis Figo, Pallone d'oro 2000 e FIFA World Player of the Year 2001, infrange l’unica regola non scritta del calcio spagnolo: lascia il Barcellona per diventare uno dei Galacticos del Real Madrid, passa dall’indossare camiseta blaugrana al vestire quella blanca.

L’operazione va in porto solo grazie a Florentino Perez, che in vista delle elezioni presidenziali trova un accordo con l’agente Josè Veiga e fa firmare al portoghese un pre-contratto che prevede una penale di circa 60 miliardi a suo carico qualora non mantenga l’impegno di trasferirsi subito dopo la nomina del nuovo presidente. La trattativa si chiude ad una cifra record: 140 miliardi di lire.

Le reazioni sono un misto di incredulità e rabbia: i giornali sportivi dedicano intere pagine alla vicenda Figo, i tifosi sono in rivolta ed il Barcellona ritira dal mercato le magliette del giocatore già vendute, promettendo a chi l’avesse già comprata la possibilità di cambiarla con un altro giocatore della rosa. Il 24 luglio diventa una data da segnare in rosso per la storia blaugrana: nei mesi successivi sono frequenti le immagini di tifosi intenti a mostrare striscioni contro quell’ex idolo, ora diventato nemico.

Per i tifosi catalani è alto tradimento, per quelli del Real è un colpo da 90. La rivalità tra i due club più importanti di Spagna è alle stelle.

Al suo ritorno al Camp Nou per la prima volta da avversario, nell'ottobre 2000, Figo riceve una delle accoglienze più ostili mai ricevute da un calciatore su un campo di calcio. Ma due anni più tardi succede l’incredibile.

Il 22 novembre 2002, a Barcellona si gioca uno dei Clasicos più brutti e noiosi di sempre (finirà 0-0). I tifosi blaugrana sono inferociti mentre guardano il loro ex giocatore vestire la maglia dei rivali. Dagli spalti piove di tutto: bottigliette di plastica, bottiglie whisky, accendini, monete, scarpe e… una testa di maiale, caduta a pochi passi da Figo mentre batte un calcio d’angolo. Luis non se ne accorge, poco più in là Salgado e Beckham rimangono scioccati. Il portoghese, sia in campo che nel post-partita, manterrà la solita eleganza non dando peso all’episodio. Le reazioni erano state chiaramente esagerate, ma in cuor suo era ben consapevole di quale male avesse fatto ai suoi ex tifosi.

A distanza di 15 anni, non è ancora chiaro il motivo che spinse quel tifoso a compiere un gesto così insolito. Anche se probabilmente non conosceremo mai la sua vera identità, mi è sembrato giusto dedicare poche righe a questo eroe coraggioso che mise a repentaglio la sua vita futura da tifoso del Barcellona, introducendo una testa di maiale in uno degli stadi più importanti e controllati del mondo, il Camp Nou.