Mi permetto, brevemente, di parlare di vicende in casa Milan. In particolare, le vicissitudini del caso Donnarumma, credo che meritino qualche considerazione.

Dopo aver sviluppato bene la campagna acquisti, con un chiaro intento di seria rinascita, il Milan si è messo a fare l'amante disperato di un suo baby portiere, Donnarumma appunto, ricoprendo di danari lui e la sua famiglia, pur di non vederlo indossare un'altra maglia. Parliamo di 6 milioni di euro annui, che dovrebbero pareggiare lo smisurato talento di un portiere di 18 anni, ormai già nell'olimpo del calcio.
Per non parlare della imposizione del fratello come portiere di riserva, ad un milione di euro l'anno di stipendio... peccato che non abbia anche un cugino mediano, altrimenti avrebbe fatto felice un altro componente della famiglia.

Ma di cosa stiamo parlando? Come mai tutti questi benefit e questi riguardi? Donnarumma è solo un giovane di belle speranze, che ancora ha tutto da dimostrare, e che, secondo me, non fa affatto la differenza in una squadra. Dando un pessimo esempio soprattutto ai giovani, il Milan manda il messaggio che nella vita si può avere tutto e subito, semplicemente sperando di essere straordinariamente talentuosi, o presunti tali, o belli, o incredibilmente atletici: se non hai queste doti, fatica pure per una paga da fame; se invece trovi queste qualità nel tuo zaino personale dei talenti, allora puoi guadagnare da nababbo, avere tutte le donne che vuoi ed i mezzi di informazione che pendono dalle tue labbra. Labbra che, in verità, non hanno proferito parola sulla vicenda, insieme a gambe lente e molli che hanno poco spinto il ragazzone verso i palloni scagliati verso la sua porta, all'Europeo Under 21.

E' vero che Casa Milan non è una scuola pedagogica, non di certo con montessoriani intenti, ma la figura patetica di questo club con il suo preziosissimo baby portiere, rimane.