La striminzita vittoria maturata nella serata di ieri contro Israele ha consentito all’Italia di mettere al sicuro il secondo posto nel girone di qualificazioni che gli consentirà, con buone probabilità, di accedere allo spareggio per i Mondiali.

L’undici azzurro, non senza difficoltà, è riuscito ad acciuffare in quel di Reggio Emilia, tre punti dopo la debacle maturata al Bernabeu sabato scorso contro la Spagna. In generale però non possiamo parlare di una prestazione degna di nota: si possono portare tutti gli alibi di questo mondo, sicuramente la forma fisica non può essere ottimale in questa fase della stagione, ma è indubbio che ci si poteva aspettare di più dalla Nazionale e i fischi del pubblico non sono che la testimonianza di ciò.

A far da contraltare al malcontento del pubblico, le parole del commissario tecnico Giampiero Ventura, dettosi soddisfatto della prestazione dei suoi e del fatto che “siamo stati nella metà campo avversaria per ottanta minuti”, oltre ad elencare per l’ennesima volta i suoi presunti meriti ad un anno dall’inizio della sua esperienza da ct. 

Già un anno fa lamentai la scelta di investire Ventura dell’incarico di commissario tecnico, chiedendomi per quale motivo e quali meriti venisse chiamato ad un ruolo così delicato un allenatore che mai era arrivato ad allenare squadre e calciatori di vertice e che, soprattutto, fatta esclusione per un paio di buone stagioni con Bari e Torino, non è che avesse una carriera così lusinghiera da giustificare un ruolo d’élite come quello del ct.
Una scelta conservativa e conservatrice, specchio di una classe dirigente in federazione poco incline al cambiamento e al ringiovanimento; ho trovato altresì insensato il recente rinnovo di contratto, che ha già garantito a Ventura il posto anche dopo Russia 2018. Una cosa quasi mai vista, dal momento che si predilige stabilire nuovi contratti al raggiungimento di obiettivi che, in questo caso, non sono stati raggiunti perché la squadra non è ancora qualificata per il Mondiale.

Devo ammettere che mi hanno dato molto fastidio le ultime dichiarazioni di Ventura, sia per la valutazione della partita di ieri sera, sia per il suo operato in questo anno. Quali sarebbero i “meriti” del ct? Quello di aver ringiovanito la squadra, concetto sbandierato ad ogni intervista, era un qualcosa di inevitabile e, mi perdonerà Ventura, sarebbe stato da incompetenti al cubo non accorgersi di un gruppo di giovani pieno di potenziale che meritava una convocazione, al netto anche di una nazionale che aveva raggiunto un’età media decisamente troppo elevata. Ha avuto il coraggio di accusare Conte di avergli lasciato un gruppo vecchio, peccato che Conte, a differenza sua, era riuscito a plasmare una squadra che, senza campioni stratosferici, era riuscito a portarci ad un europeo, in cui sconfiggemmo tra le altre la Spagna e venimmo fermati dalla Germania ai calci di rigore.

Mi perdonerà Ventura se, personalmente, considero le vittorie ottenute contro Israele, Macedonia (soffertissima), Liechtenstein e Albania come normalissime e che la presunta “svolta tattica” del 442 non soddisfi a pieno quelle che sono le nostre caratteristiche: perché se da un lato è vero che il 352 penalizzava gli esterni, è altrettanto vero che ci siamo privati della difesa a tre che, a mio avviso, oltre che una certezza per il presente, sarà anche l’impianto su cui si svilupperà la difesa del futuro (Caldara-Romagnoli-Rugani); un anno fa scrivevo che, a mio avviso, il modulo ideale per questa Italia era il 343 e continuo a pensarlo perché ci avrebbe garantito più ordine senza precludere, allo stesso tempo, tutto il nostro potenziale offensivo.

Inoltre devo dire che non mi è affatto piaciuto il modo in cui è stata gestita dal ct la partita contro la Spagna: intendiamoci, Ventura ha ragione quando dice che il secondo posto nel girone era la normalità e che sconfiggere la Spagna sarebbe stato un qualcosa di straordinario perché, al momento, va constatata tutta la superiorità rivestita dagli iberici rispetto all’Italia.
Tuttavia molte cose non mi sono piaciute: il ct ha puntato i piedi per far iniziare prima il campionato, nonostante ciò ha convocato lo stesso identico gruppo che aveva affrontato l’ultima partita a giugno; gruppo in cui erano presenti calciatori che ancora non avevano messo piede in campo e che, non solo sono stati convocati, ma hanno persino giocato da titolari come Spinazzola; la “spacconaggine” del giorno prima in conferenza stampa è stata pesantemente pagata sul campo: se da un lato era vero che sul terreno di gioco del Bernabeu non c’erano ne’ coccodrilli ne’ serpenti, dall’altro è evidente che abbiamo trovato un avversario che ci ha letteralmente surclassati in ogni reparto e in ogni fase di gioco. La scelta di utilizzare un modulo “spregiudicato” che ci ha privato dal tenere “variabili impazzite” in panchina per poter cercare di cambiare la partita in corsa, si è rivelata errata e controproducente; ovviamente il mio è il parere di un “eretico” e non di un allenatore professionista e che di conseguenza lascia il tempo che trova ma mai, da tifoso, avevo visto preparare una partita così importante con tanta superficialità, pressappochismo e anche un velo di arroganza.

Ora non ci resta che guardare al futuro, in cui andremo agli spareggi e credo con buone probabilità andremo ai mondiali dove speriamo di giocarcela. Tuttavia non posso nascondere che, personalmente, continuo e continuerò a pensare che l’Italia si meriti una guida diversa: finora ho potuto vedere figure come Cesare Maldini, Dino Zoff, Trapattoni, Lippi e Conte guidare la nazionale; gente che, più con il lavoro che con gli slogan e le autocelebrazioni, ha fatto qualcosa per la nazionale e mi piacerebbe che per il futuro la guida degli azzurri tornasse in mani di calibro simile.