Sono sempre stato convinto che i "fischi" non debbano passare per "fiaschi".

Ora, non si può far passare per un'impresa la liquidazione di sei giocatori a 35 milioni di euro. E non si può farlo se si considera che uno di questi, De Sciglio, è un ancor giovane nazionale italiano, mentre Lapadula è un ex-capocannoniere di B e Kucka è un nazionale slovacco.

Si consideri poi che i soldi per Lapadula arriveranno tra 12 mesi, per cui, se il pagamento differito per l'ottimo Kessié è da considerarsi un colpo, deve fare storcere la bocca la dilazione concessa al Genoa per l'italo-peruviano. Quantomeno per coerenza.

Mettiamola su questo piano. Considerando che De Sciglio puntava i piedi ed era all'ultimo anno di contratto, 12 milioni sono un prezzo accettabile e non una svendita. Però non sono neanche una cascata di diamanti, ai prezzi che corrono.

Kucka non è un ragazzino, ma è un ottimo giocatore e i soldi ricavati sono onesti. Non sono neanche il "colpo del bigonzo" fatto ai danni di chi lo ha preso.

Lapadula porta in rossonero una discreta cifra, ma fra un po' di mesi, ragion per la quale non farei partire i botti di Capodanno.

I soldi degli ultimi 3 sono spiccioli che qualunque squadra avrebbe portato a casa.

Se Kessié è stato un vero colpo, perché nel secondo tempo di Craiova ha fatto cose degne del miglior Romeo Benetti, non per questo dobbiamo gonfiare tutto quello che viene fatto nelle  sedi rossonere.

Il giusto è giusto. Oltre no.