Qualche tempo fa avevo scritto un breve articolo su Totti e sul ruolo delle bandiere nel calcio moderno, attraverso la figura del capitano della Roma cercavo di criticare la scelta di quest'ultimo che rimanendo alla Roma ha privato il mondo calcistico del suo genio. Questo perché con un suo trasferimento in un qualunque top club dell'epoca, Milan, Real, United non solo avrebbe vinto sicuramente 2 o 3 Palloni d'Oro, ma avrebbe acquisito una maturità, frutto delle nuove esperienze, che avrebbe permesso anche alla stessa nazionale italiana di vincere qualcosa in più.

Il tema oggi viene ripreso dal caso "Donnarumma", un ragazzo che sceglie di andare in un club diverso dal suo club attuale perché non ritiene il progetto Milan valido. L'unica "colpa" di questo ragazzo è di esser cresciuto nel Milan e quindi "obbligatoriamente" deve rimare al Milan per tutta la sua vita.
Questo secondo me è il problema del tifo italiano, la famosa mancanza di sportività. 
In Italia non si concepisce il calcio come uno sport, ma bensì come una religione e come tale ogni tradimento viene visto come un smacco al proprio credo. Una non troppo celata ipocrisia del nostro bel paese che non permette di far crescere un movimento calcistico, che per qualità e quantità non avrebbe nulla da invidiare a nessun'altro paese.
Donnarumma non può lasciare il Milan perché altrimenti tradirebbe i valori del calcio dove è cresciuto, non può pensare di vincere (o di provare a farlo) una Champions, uno Scudetto, un'E.L con altre squadre nell'immediato, ma deve aspettare che il Milan torni grande per farlo con la società che gli ha permesso di mettersi in mostra.
Dobbiamo impedire a questo 18enne di provare a crescere e a vincere subito perché vuole farlo lontano da un progetto che giudica non buono, lontano da un Milan che per lui non ha le qualità per vincere subito.

Ecco l'ipocrisia del nostro paese, siamo tutti tifosi finchè vinciamo, quel giocatore è un idolo finché gioca nella mia squadra, quell'allenatore è bravo finché allena la mia squadra, in caso contrario se la squadra retrocede viene contestata, se il giocatore vuole cambiare squadra diventa scarso e mercenario, se l'allenatore viene esonerato o perde una finale diventa stupido e inadeguato.

A Roma hanno usato il nome di Totti per tutto (anche per giustificare le mancanze della rosa o della società per vincere), al Milan, dopo che i senatori hanno abbandonato la squadra, non si sono preoccupati di rimpiazzarli con giovani per lo meno interessanti, però è colpa di "Donnarumma", che è un mercenario poichè invece di vincere con Montella, Dimas, Romagnoli, Montolivo, vuole "provare" a farlo con Zidane, Ronaldo, Bale, Benzema.
Che incantevole... Ipocrisia!