Ottima prestazione dei nerazzurri che all'interno delle mura amiche riescono ad avere la meglio su una Spal tutt'altro che rinunciataria.

Parto proprio da questo, da questa Spal. La compagine di Ferrara mancava dalla Serie A da ben quarantanove anni, ovvero dalla stagione 1967-68, ma non per questo ha dimenticato come si sta nella massima serie. Ed infatti quella che ha messo in scena al Meazza è stata una gara davvero impressionante, se contiamo la apparente disparità dei valori in campo. Mister Semplici, che merita tutti i complimenti che l'Italia calcistica e giornalistica gli sta riservando da ormai due anni a questa parte, ha messo in campo una formazione tenace, che pur con qualche imprecisione nel primo tempo, ha saputo rifarsi nella ripresa, mettendo in difficoltà l'Inter e creando qualche grattacapo alla sua retroguardia, sfoderando un Borriello mai domo, un Paloschi che, forse rammentando il suo passato al Milan, ha voluto dare il suo contributo alla causa, ma in particolare ha mostrato le doti di Manuel Lazzari, il ragazzo del '93 che ha vissuto la spettacolare cavalcata dalla Lega Pro alla Serie A in prima persona, correndo ininterrottamente sulla sua corsia di competenza con competenza e capacità. Vedremo quanto ancora potrà crescere.

E passiamo adesso all'Inter, che centra la terza vittoria in campionato sfoderando un ottimo calcio, a tratti addirittura spettacolare, ma passando anche qualche grattacapo di troppo. La partita si incanala subito bene grazie al rigore (assegnato con il VAR) procuratosi da Joao Mario e realizzato dal capitano Icardi, e così il primo tempo si conclude con un dominio tutto sommato netto dei nerazzurri, con i ferraresi che non riescono a tirare in porta.
Nel secondo tempo la storia cambia, e la Spal mostra la sua fame e la sua voglia di mostrare tutto il suo calcio, scrollandosi di dosso un po' di timore reverenziale e riuscendo a sfiorare la rete in diverse occasioni. Ma, dopo il mancato eurogol di Skriniar con una botta a giro da fuori area che si stampa sulla traversa, arriva il vero, autentico eurogol di Perisic, con un siluro al volo su assist di D'Ambrosio e che mette la parola fine alla partita.

Una partita dai due volti ben definiti: nel primo una Inter ben più corsara che schiaccia la Spal; nel secondo un pò più sorpresa dal venir fuori dei ferraresi. Forse in quei frangenti si è rivista l'Inter dell'anno scorso, timorosa e psicologicamente fragile. Senza arrivare ai livelli visti qualche mese fa, ma comunque sono il segnale che ancora questa squadra ha bisogno di prendere maggiore sicurezza e fiducia nei propri mezzi, proprio come nel primo tempo.

Perisic, dopo una partita basata sul sacrificio difensivo per aiutare Dalbert sulla fascia, con il suo gol ha fatto capire il perché fosse uno dei desideri di Mourinho e perché l'Inter non volesse venderlo a cuor leggero. Quando si parla di campioni, quando si parla di fuoriclasse che possono spostare gli equilibri, si parla di gente come lui: presente in fase difensiva, devastante in fase offensiva e con una personalità incredibile. E dire che proprio ieri non ha attaccato nemmeno tanto, ma Perisic è così, se non lo vedi crossare, lo vedi segnare, o lo vedi tornare in difesa. E sono giocatori come lui a fare di una squadra una grande squadra, il tutto proprio nella settimana del suo rinnovo fino al 2022.

Icardi beh, ormai non sta facendo più notizia. Dopo la rete contro il Venezuela in Nazionale, oggi ha messo a segno il rigore che lo porta a cinque gol in tre partite. E a chi lo criticava per lo scarso impegno nei confronti della squadra e del suo egoismo, ha risposto giocato una gara da vero capitano al servizio dei compagni: sua la palla per Joao Mario da cui poi è scaturito il rigore del vantaggio nerazzurro. Vero sorvegliato speciale della Spal, che gli ha costruito attorno una gabbia stretta.

Non ho mai nascosto la mia soddisfazione nel vedere giocare i giovani calciatori, pertanto non può essere ignorata la prestazione di Skriniar. Lo slovacco, anche lui impegnato in nazionale in un inedito ruolo di mediano, ha mostrato perché Spalletti sembri stravedere per lui. Trovatosi suo malgrado al centro del calciomercato interista per via dei sacrifici che il settlement agreement ha imposto, ha zittito subito gli scettici e non lo ha fatto certo con giocate spettacolari oppure con dei recuperi in scivolata, ma con la naturalezza, con la precisione del centrale veterano. Si potrebbe dire che è un difensore d'altri tempi, uno che tiene la posizione alla perfezione e dove serve lo trovi sempre, ma la verità è che i i difensori con le caratteristiche che sta mostrando non tramontano e non tramonteranno mai. E se avesse messo quel tiro scagliato quasi da Piazza del Duomo sarebbe venuto giù lo stadio. La speranza è che continui così.

In negativo invece, ho visto le prestazioni di Dalbert e Brozovic.
Dalbert ha le sue giustificazioni: è ancora un ragazzo giovane, che, per ammissione stessa di Spalletti, ha ancora bisogno di crescere difensivamente parlando, ed era alla sua prima da titolare al Meazza, e come se non bastasse, gli è capitato uno straripante Lazzari sulla sua fascia che lo ha messo e non poco in difficoltà. Offensivamente sembra andare meglio, ma la fase difensiva va assolutamente rivista, l'idea di rivedere un Maxwell bis potrebbe non piacere troppo ai tifosi.

Brozovic, subentrato nella ripresa, non ha mostrato ancora segnali di ripresa psicologica, e questo i tifosi non glielo hanno perdonato proprio. Palle perse, più per disattenzione che per reale incompetenza, ed errori banali in fase di impostazione hanno condizionato negativamente il suo scampolo di partita. A Spalletti toccherà il difficile compito di revitalizzarlo, se non proprio per far entrare il croato nello scacchiere nerazzurro, quantomeno per poterlo cedere a una cifra accettabile. I mezzi tecnici li ha, eccome se li ha, ma il tempo della pazienza è finito. E i tifosi certo non dimenticano facilmente quel che fece contro la Sampdoria nel finale di stagione scorso.

Ed è proprio con loro che voglio concludere, ovvero con i tifosi dell'Inter, che in sessantamila hanno risposto alla convocazione di Spalletti. Nonostante la pioggia, ci sono voluti essere per sostenere una squadra che al momento sembra meritare questa fiducia, con un tifo incessante, martellante e costante.
E finché l'Inter giocherà così, non ci sarà davvero di che lamentarsi.