Forse aveva ragione Berlusconi, che puntualmente faceva "tosare" tutti i capelloni che passavano da Milano sponda Milan. Forse , al contrario di quello che potevano insinuare le malelingue , non era invidia quella del Cavaliere, ma conoscenza di uno dei più grandi segreti del mondo calcistico : meno capelli si hanno e più si è migliori al giUoco del calcio. Certo, questa teoria sembra funzionare in modo alternato se ripenso all'inter degli ultimi 20 anni : Georgatos non era Roberto Carlos, Jhonatan non ha fatto la stessa carriera di Maicon , Castagnos non è diventato il nuovo Ronaldo, (ma Eto' già gli si avvicinava di più e Forlan ha fatto schifo )... Eppure se invece si prende come rifermento la zona nevralgica del gioco, ovvero il centrocampo , guardando la storia del calcio recente, la regola bizzarra ,sembra migliorare in modo significativo le sue statistiche : Zidane, Viera, Tourè, Cambiasso, Iniesta, Verratti e soffermiamoci in particolare sul caso emblematico di Seedorf : panterona sorniona nell' Inter e diventato "professore" al Milan proprio dopo aver detto addio alla folta chioma folcloristica. Certo poi c'è stato anche Pirlo ma lui e il suo modo di giocare non si possono non considerare come "eccezioni" della formula, e come in tutte le eccezioni che si rispettino , niente mezze misure : vai di folta chioma e un noto shampoo come sponsor. Pirlo a parte evviva i giocatori pelati dunque, che dall'alto degli spalti richiamano statue di antichi eroi, e li in mezzo al campo, con la testa che a volte pare brillare come una lampadina, simbolo universale dell' Idea, illuminano il gioco delle nostre squadre del cuore.