Caro Gigi, di una cosa ti ringraziamo: di essere rimasto con noi nella buona e nella cattiva sorte, soprattutto da Campione del Mondo quale eri nel 2006. Nei nostri cuori ci sarà sempre un posto speciale per te e per gli altri che scelsero la fedeltà ai colori bianconeri invece di andare a cercare gloria altrove (e poi magari tornare pure...). Abbiamo condiviso incredibili successi e rovinose sconfitte, ma la tua grande carriera è una bellissima storia di sport. Nessuno di noi sa cosa realmente sia successo a Cardiff e cosa sia successo domenica sera. E personalmente preferisco uno spogliatoio bollente a una riunione di chierichetti. Una cosa però te la devo chiedere. Domenica scorsa sei rimasto da solo a congratularti con i giocatori del Napoli, alcuni dei quali - quasi tutti in realtà - non hanno mancato di rivolgere insulti e di deridere la mia squadra del cuore e i nostri tifosi, mostrando loro, con l'eleganza che contraddistingue certi presunti progressisti di sinistra, il dito medio. Gente che vorrebbe cambiare il mondo e speriamo non lo faccia mai, visti i comportamenti. In questi anni ti ho visto scherzare e ridere con molte persone che non hanno nascosto il loro disprezzo verso la Juventus. I tuoi sorrisi in campo con Francesco Totti, ad esempio, non li abbiamo mai capiti. Ognuno, caro Gigi, è libero di gestire i propri sentimenti e le proprie relazioni come vuole. Ma tu sei il capitano della Juventus e rappresenti tutti noi. Per questo, se qualcuno dei tuoi compagni ti avesse rimproverato domenica sera per questo comportamento, avrebbe fatto bene. Non so se tu sia un seguace della cultura acquariana che vorrebbe solo pace e amore, ma intorno a noi ci sono troppi nemici, spero te ne sia accorto. Gente che gode e ride delle vostre e delle nostre sconfitte. Nemici che ci sono sempre stati, come quel giornalista poco amico di Montero e Iuliano che ti voleva fuori dal mondiale e di tutti coloro che ti consideravano un biscazziere. Al sottoscritto non interessa molto che voi vinciate questo scudetto: è bello anche che il popolo di Napoli, con tutte le difficoltà quotidiane che deve superare, possa godere di un momento di fugace gioia. In fondo, nonostante gli insulti che ci dedicano, sono simpatici. Quello che vogliamo vedere sono gli attributi, gli occhi di tigre. Vogliamo vedere guerrieri stremati alla fine di ognuna di queste 5 partite che restano. Non vogliamo più sorrisi o pacche sulle spalle ai nostri avversari. Né lacrime di delusione. Da qui a fine stagione, niente amici. Te lo chiediamo per favore.