Appena sveglio, il mio pensiero è già li. In realtà ancora prima di chiudere gli occhi, ieri notte, ci pensavo. Non posso pensare ad un Mondiale senza di noi. Non posso pensare ad un'estate con i Mondiali senza poter tifare per la mia Nazionale. Non posso pensare a dover rinunciare a serate con gli amici, nel mio giardino, a tifare come se fossimo allo stadio. Stasera non ci giochiamo un semplice pass per la Russia, ci giochiamo dignità, onore e storia.

Sommerso da ansia e paura, mi torna in mente l'ultimo Europeo. Quanto ero stato fiero della mia Nazionale. Una squadra che, per quel tricolore, aveva messo anima e cuore sul rettangolo verde.
Conte, un grandissimo condottiero, che nonostante la nostra rosa fosse meno qualitativa rispetto a quelle delle big, aveva messo in ginocchio Belgio e Spagna, dovendosi arrendere solo ai calci di rigore contro la Germania. Ricordo che, dopo quei maledetti calci di rigore, decisi di non uscire di casa. Troppa la delusione, non riuscivo più a parlare con nessuno: rimasi tre ore a fissare il vuoto sul divano di casa mia. Non scesero le lacrime, ero completamente impietrito, era come se avessi giocato anche io.
Prendeteci per pazzi, diteci pure che è solo un gioco, ma il tifoso italiano è così. Siamo un paese che vive di pane e pallone, non possiamo farci nulla, è la nostra passione ed è la nostra cultura.

Dopo l'ultimo Europeo ho pensato alle ultime delusioni ai Mondiali. Incredibile, per una nazione come la nostra, uscire per due edizioni consecutive ai gironi. Poi ho deciso di scacciare questi pensieri negativi, oggi dobbiamo pensare positivo. Mi è tornato in mente il magico 2006. Ricordo che ero un ragazzino di tredici anni, che viveva di calcio. I miei genitori, anche quando ero più piccolo, erano preoccupati. Tutti i miei coetanei guardavano i cartoni, io piuttosto mi guardavo partite di Serie C. Quel Mondiale fu un'emozione unica, rappresenta uno dei ricordi più belli della mia adolescenza. Festeggiare nella mia via, con i miei amici, fu qualcosa di unico.

Dopo aver affrontato un ricordo così bello, mi sono imposto di "farmi del male" per caricarmi, riguardandomi quello che successe ad Euro 2004: il VERGOGNOSO biscotto che ci fece fuori, tra Danimarca e la stessa Svezia. Ricordo gli sfottò dei tifosi svedesi, che riuscirono a eliminarci dal girone grazie ad una partita scandalosa. Senza dubbio una delle situazioni peggiori che abbia mai visto su un campo di calcio, alle spalle della spedizione coreana, ovviamente. Stasera comunque, abbiamo una grandissima occasione per vendicarci.

Siamo arrivati al dunque: non voglio sentire parlare di Ventura, di moduli, di interpreti e di arbitri. Ci giochiamo tutto in 90 minuti: non ci sono alibi, se non riusciremo ad andare ai Mondiali sarà solo per colpa nostra. Sarà colpa di una partita indegna in Svezia, nella quale ci siamo fatti picchiare nel vero senso della parola, cadendo nelle loro trappole come se fossimo una squadra alle prime armi.
Ma oggi non ci voglio pensare.
Oggi penso positivo, oggi penso solo a tifare per te. Stasera sarò tra i 73mila di San Siro, a gridare per cercare di far entrare in porta quel maledetto pallone che racchiude i sogni di una nazione intera.

Stasera sarò lì, fiero di essere italiano, a lottare per il nostro tricolore.