Caro Dani Alves,

quando arrivasti a Torino la scorsa estate ero molto scettico, dentro me rimbombava questo pensiero: "Che ce ne facciamo di un (ex) campione lasciato a piedi dal Barcellona?".

Diciamoci la verità, i tuoi atteggiamenti e la tua "febbre" brasileira non si addicono a quello stile juventino che Cassano ha definito "Da soldatini"; tuttavia, hai vinto tanto, anzi, tantissimo nella tua formidabile carriera, chi ero/sono io per giudicarti?

E' stata, senza dubbio, una stagione di alti e bassi, non sono mancate le critiche per le tue giocate troppo spericolate e, spesso, poco concrete.

Poi il cambio di modulo (grande azzardo di "acciughina") ha rappresentato una svolta: il 4-2-3-1 ti ha dato la possibilità di esprimere al meglio quelle tue qualità (balistiche e non) che ci hanno permesso di portare a casa il sesto scudetto consecutivo, la terza Coppa Italia (anch'essa consecutiva) e una (persa malamente) ennesima finale di Champions League. 

Ti scrivo questa lettera perché sono rimasto deluso sia dalle tue ultime dichiarazioni (rilasciate all'estero) sia dalle tue esternazioni social: perché consigliare a Dybala di lasciare la squadra che ti ha accolto come un top player (nonostante l'età) e che ti ha ricoperto d'oro in diretta televisiva?; assai condivisibile la tua opinione, ma un giocatore del tuo calibro avrebbe dovuto avere l'esperienza e la professionalità di comunicare questa sensazione al crack argentino IN PRIVATO.

Proseguiamo con Instagram, social network che ami usare: che senso ha avuto pubblicare (con palese ironia) le scarpette con cui ha vinto quello stesso trofeo che hai inseguito fino a pochi giorni fa con la tua attuale squadra?

A mio umile parere, visto che " [...] Libertà non è stare sopra un albero, libertà è partecipazione ( e facoltà di espressione )",  ti sei reso protagonista di UNA VERA E PROPRIA CADUTA DI STILE.

Caro Dani Alves, augurandoti il meglio per la tua carriera in Premier League al fianco di Guardiola, ti dico che tutto il popolo juventino avrebbe meritato maggior rispetto.