Premetto subito che non faccio parte dei complottisti del calcio che vedono il marcio ovunque, che pensano che la Juventus compra gli arbitri e che vince gli scudetti non meritandoseli. Amo il calcio di campo e non dei tribunali. Odio gli scudetti vinti in segretaria e tutto ciò che non riguarda il calcio giocato. Voglio credere che il calcio sia pulito proprio perché amo seguire questo sport e in particolare il mio Milan e non mi godrei più questo spettacolo se sapessi che tutto è deciso a tavolino.
Tuttavia so che il calcio è business soprattutto e dove girano tanti soldi è sempre meglio non abbassare mai la guardia e tenere gli occhi aperti. Il nostro calcio ha vissuto tanti momenti turbolenti, tante vicissitudini con l'intento di tenere il marcio più possibile fuori dal calcio, e quel marcio che c'è dentro il calcio, si fa in modo di non farlo dominare e far sì che non prenda il sopravvento su tutto il sistema. Abbiamo avuto l'esempio di Calciopoli del 2006, ma evidentemente questa bastonata non è bastata per far svegliare tutti i protagonisti del calcio. E mi rivolgo a tutti, dirigenti, presidenti, giornalisti, calciatori, allenatori, elementi dei loro staff, dottori,  tutti coloro che fanno parte dell'azienda calcio, anche blogger amatoriali, spettatori, simpatizzanti e tifosi. Tutti coloro che fanno parte di questo sport, che ne sono protagonisti e cornice di esso. Coloro che lo giocano, che lo guardano, che lo leggono, che lo raccontano e che lo ascoltano. E mi fa specie vedere ancora delle leggerezze comportamentali un po' da fessi, permettetemi di scriverlo. Sono leggerezze sciocche e dichiarazioni anti-sportive che peggiorano il nostro calcio e fomentano la cultura del sospetto.

Di casi ce ne sono tanti. Ultimamente c'è stata la polemica degli scansamenti in merito a presunte amicizie tra i club che possono portare a dei favoritismi. C'è stata la partita vinta dalla Juventus meritatamente per 2 a 0 contro l'Atalanta con reti di Higuain e Matuidi. I problemi sono sorti nel post match.Dybala ha pubblicato una foto su Instagram dove festeggiava la vittoria contro l'Atalanta. Una vittoria importante. Nulla di anomalo fino a quando non è spuntato il Like del Papu Gomez, capitano degli orobici, che è sembrato totalmente inopportuno.
Una leggerezza che non poteva fare altro che suscitare polemiche.
Leggerezze un po' sciocche che sarebbe il caso di non fare per non dare adito a sospetti e strane idee o teorie complottiste. Con questo non dico che la Juventus abbia comprato la partita o sia stata favorita in qualche modo, non lo penso nella maniera più assoluta, ma penso che Gomez possa fare a meno di mettere un Like al post di Dybala dove festeggia la vittoria contro la sua Atalanta.
Quel Like di Gomez sembra quasi come se lui si unisse ai festeggiamenti per la sconfitta della sua Atalanta. Una leggerezza che sarebbe preferibile che non si ripetesse.
Con questo, e mi ripeto, la Juventus ha vinto meritatamente senza nessun favoritismo. Si parla di leggerezze e non di partite comprate. E' meglio fare chiarezza.

Ma ci sono anche le dichiarazioni anti sportive che peggiorano il nostro calcio. Come non ricordare la vicenda del 25 Febbraio 2012 in un Milan-Juventus, dove a Muntari non diedero un gol che grida vendetta. Ma la cosa peggiore è stata la dichiarazioni anti-sportiva di Buffon che disse che non si è accorto di nulla, se la palla era entrata o meno perchè l'azione era molto veloce, ma qualora se ne fosse accorto non avrebbe aiutato l'arbitro.
Questa dichiarazione è stata, a mio parere, anti-sportiva, perché un campione come Buffon non ha bisogno di essere disonesto per vincere. Può essere sportivo, onesto e vincere. Sono i mediocri che si comportano così, ma non i campioni. Se sei più forte davvero, a lungo andare i reali valori vengono sempre fuori, e questi mezzucci non servono, anzi... queste dichiarazioni non denotano sincerità, come detto da molti, ma insicurezza. Un vero campione non ha bisogno di essere anti sportivo. E' una macchia nella carriera di Buffon questa dichiarazione, pur non cancellando quello che di grandioso ha fatto nella sua immensa carriera da leggenda del calcio mondiale. Buffon merita comunque rispetto per quello che ha fatto per il calcio, ma certe dichiarazioni poteva evitarle.

Come potevano essere evitate certe dichiarazioni da parte di Arsene Wenger sul tuffo di Welbeck, che è riuscito a ottenere un rigore per l'Arsenal buttandosi a terra e fingendo che Ricardo Rodriguez gli avesse fatto fallo traendo in inganno l'arbitro, che ha così concesso il penalty ai gunners. E' stato furbo Welbeck ed è stato sciocco l'arbitro a farsi trarre in inganno, ma è stato anti-sportivo Arsene Wenger che ha dichiarato che Welbeck ha fatto bene a buttarsi. Stesso discorso per Buffon: sono i mediocri che hanno bisogno di questi mezzucci e non i campioni. Si può vincere anche senza imbrogliare. I migliori vincono lo stesso senza mezzucci di questo tipo.

Questi comportamenti anti-sportivi o queste leggerezze non servono e non fanno il bene del calcio. Il calcio è anche sportività, non anti-sportività. Sennò non lamentiamoci se una squadra segna, per esempio, con l'avversario a terra per infortunio. Non facciamo diventare il calcio una giungla. Che vinca il migliore, il più bravo e non il più disonesto, furbo e anti-sportivo. Sennò si finisce per premiare la mediocrità senza più una vera meritocrazia. 

Il nostro calcio ha vissuto veramente tante polemiche, derivate da delle situazioni di ingiustizia sportiva difficile da accettare. Come non ricordare le polemiche e le litigate in un Parma Juve con Arrigo Sacchi che sbraitava contro Moggi, oppure la lite Gaucci-Mataresse, ormai diventata storia del nostro calcio durante il post partita di Perugia- Bari per degli errori arbitrali non fischiati al Perugia e con un calciatore della squadra umbra finito all'ospedale con una frattura,  per un intervento non sanzionato dall'arbitro che ha scatenato una lite furibonda tra l'allora patron del Perugia e l'allora patron del Bari Matarrese. Sono cose che non fanno bene al calcio.

Le leggerezze comportamentali, l'antisportività, le ingiustizie sportive non sono calcio. Come dice il grande Marcelo Bielsa: "Acepten la injusticia que todo se equilibra al final". Alla fine vincono i migliori e non i mediocri.