"Troppe squadre nei professionisti" questo il pensiero di Carlo Tavecchio, Presidente della Figc scaturito dall'analisi dei nostri campionati. Con 102 compagini l’Italia è infatti tra i paesi con il maggior numero nei campionati professionistici. Questo si deve anche al nuovo format della Lega Pro che ha portato il numero di squadre partecipanti a 60 contro i 54 della passata stagione. Ed è proprio sulla Lega Pro che ci soffermeremo con attenzione. Il campionato negli ultimi anni è diventato sempre meno sostenibile per le piccole realtà e nemmeno gli ultimi cambi regolamentari hanno portato benefici in termini di appetibilità e spettacolo. Ogni anno poi, è sempre più difficile stilare i calendari a causa delle difficoltà incontrate da molte società nel garantire la propria iscrizione. Bisognerebbe voltare pagina e rilanciare le sorti dell’ultimo livello professionistico italiano con nuove iniziative non solo a parole, ma con fatti concreti e un nuovo statuto. Per me sono 4 i punti da cui ripartire: 1. Riduzione del numero di squadre 2. I giovani come maggiore risorsa 3. Maggiore controllo sullo stato finanziario e salvagente economico 4. Promozioni e retrocessioni dirette RIDUZIONE DEL NUMERO DI SQUADRE. Come ha detto il presidente Tavecchio “sono troppe” quindi il primo punto da risolvere è proprio il numero di squadre partecipanti.Come?Con l’utilizzo di un piano di azione pluriennale che porti la Lega pro a un format con 2 gironi da 20 squadre. I GIOVANI COME MAGGIORE RISORSA.I budget sono bassi e i costi di gestione alti?Perché allora non sfruttare la freschezza e l’entusiasmo dei giovanissimi. Proporrei quindi una presenza quasi esclusiva di under 21 nelle rose per abbattere i costi. MAGGIORE CONTROLLO DELLO STATO FINANZIARIO E PARACADUTE ECONOMICO. Forse il punto più problematico. In lega pro negli ultimi anni ne abbiamo viste di tutti i colori allora perché non creare un organo che vigili sulle società, soprattutto sul loro stato finanziario in modo da evitare eventuali crack? Poi sempre per aiutare le società garantire un paracadute per tutte le società retrocesse dalla serie b per alleviare l’impatto con i minori introiti derivanti dalla disputa del campionato di lega pro evitando collassi societari. PROMOZIONI E RETROCESSIONI DIRETTE. Eliminerei play off e play out che non fanno altro che allungare un campionato logorante dal punto di vista fisico. Promozioni e retrocessioni quindi decise dal campo secondo la classifica finale per una mera questione meritocratica. Finisco dicendo che un campionato più snello e più fresco visto come trampolino di lancio e non come torneo dove svernare in provincia sia più vendibile sul mercato e possa nel tempo riportare maree di tifosi allo stadio.