Di certo il Milan ha tratto giovamento dal 3-5-2, più adatto alle caratteristiche di certi suoi giocatori, ma credo che ieri abbia influito soprattutto l'effetto "Olimpico". Tanto in positivo sul Milan che in negativo sull'Austria.

Come al solito, qualcuno ha intonato la canzoncina della squadra straniera che , chi sa mai perché, 9 volte su 10 non vale quelle del nostro campionato. Se così fosse, l'Italia non avrebbe vinto l'ultima coppa internazionale nel 2010 (Inter - Champion's League) e non avrebbe festeggiato l'ultima Coppa Uefa o Europa League al tempo di Giulio Cesare. Ognuno la vede a modo suo, però i dati sono questi.

No, l'Austria Vienna è una "buona" squadra appartenente alla fascia media del calcio europeo. Come banco di prova non è da disprezzare.

L'Austria, tuttavia, è scesa in campo con l'atteggiamento di chi pensa: "Tanto questi qua sono delle scamorze, domenica hanno perso 4-1!". Così come, se avete visto la partita successiva Vitesse-Lazio, gli olandesi hanno affrontato gli aquilotti romani con il piglio di chi pensa "Uè ragazzi, diamoci da fare perché questi domenica hanno vinto 4-1!". Alla Lazio, quindi, è toccato sudare di più e non perché il Vitesse fosse una compagine di fenomeni.

Come sempre accade ai proverbiali "pifferi di montagna", quelli che andarono per suonare e furono suonati, dopo un terzo della partita gli austriaci erano sotto di 0-3. Sono andati in barca, insomma, come domenica all'Olimpico è capitato ai rossoneri, sia pure a metà partita. Rossoneri che, invece, ieri sera erano molto ben concentrati e hanno colpito a freddo gli sprovveduti avversari: 1-2-3 volte.

Quando i Viennesi hanno serrato le file, era troppo tardi.

Adesso chiariamo subito quali sono gli errori da evitare in questa fase di giutificato tripudio.

Innanzitutto non bisogna caricare André Silva di responsabilità eccessive come si è fatto con Cutrone. Resta una dei 3 (con Kalinic) e servirà come gli altri per tutta la stagione. Lasciamolo crescere e valutiamolo a fine anno.

Chala, credo lo sia visto ieri, ha il piede molto sensibile e serve la palla a ragion veduta. Perché tuttavia non diventi un giocatore inutile, occorre che i compagni si propongano molto senza palla. In sostanza, se sei bravo a far viaggiare il pallone, ma non sai dove spedirlo, il talento ti serve a poco.

Già si parla di un Suso che può essere di troppo, come fino a ieri si parlava di un Chala oggetto misterioso. Un po' di logica non guasterebbe, perché serviranno entrambi, anche nella stessa partita.

Attenti al prossimo avversario, l'Udinese, che adesso ha negli occhi il Milan di Vienna, non quello di Roma. Non penso proprio che venga a San Siro con incosciente allegria.

Se qualcuno ha presente il film "In the Electric Mist - L'occhio del ciclone" di Tavernier, ricorderà il generale John Bell Hood ovvero quel fantasma che dice "La battaglia non è mai del tutto vinta. Il campo non è mai completamente nostro.". 

Ci sarà sempre una nuova battaglia ad attenderci.