Per come si è sempre espresso Spalletti, nella sua squadra non ci sono riserve ma solo titolari e domani farà giocare sei nuovi... titolari.
Padelli, Cancelo, Dalbert, Eder, Ranocchia Kramoh, e forse qualcun altro (Pinamonti?), non ci sarà Joao Mario per tonsillite.

Questi giocatori saranno chiamati a dare il meglio nel prossimo turno di Coppa Italia contro il Pordenone e a non far scendere il grado di attenzione e concentrazione raggiunto fino adesso, che ha consentito raggiungere la vetta della classifica in campionato.

Contro la squadra friuliana, Spalletti mette in guardia sulle insidie che si celano dietro il match di domani, se la si ritiene squadra debole e abbordabile, rammentando a tal proposito che ha eliminato, meritatamente, il Cagliari.

Pordenone ha saputo rendere curioso e attraente questo incontro azzeccando gli sfottò social, paragonandosi all'Inter, celebrando l'evento con una maglia speciale, la presenza di otre 3500 tifosi e con la promessa del presidente Lovisa che, in caso di passaggio del turno, tornerà a piedi da Milano, ma sa già, in cuor proprio, che non potrà mantenere tale promessa.

La partita di domani, per Spalletti, sarà anche una prova per verificare se chi siede in panchina sarà elemento valido di poter far parte della rosa e del programma futuro che vuol sviluppare la società.

Elementi come Karamoh, oltre che Cancelo e Dalbert sono giovani interessanti e di prospettiva.

Cancelo, non ancora inseritosi perfettamente nei meccanismi di Spalletti, dovrà, da qui a gennaio, dimostrare alla società se val la pena spendere 30 milioni per il suo riscatto. A mio parere all'interno della dirigenza si sta insinuando la convinzione di far giocare meno il giocatore per non essere costretta al riscatto obbligatorio, a meno che, in questi prossimi mesi, Cancelo non dimostri il suo reale valore e di essere utile alla causa nerazzurra.

Dalbert comincia a sbloccarsi e, nei pochi minuti giocati contro la Juve, ha dimostrato di aver forse superato l'impatto col calcio italiano e di aver appreso i fondamentali nei meccanismi difensivi.

La vera sorpresa sarà Karamoh, il quale ha gia preso il posto di Gabigol nel cuore dei tifosi.

Se al contrario di Candreva, Karamoh saprà saltare l'uomo e crossare in velocità,  metterà in seria difficoltà il mister sulle scelte future di chi scendere in campo.

Candreva, (come Perisic) passa da giocatore top contro il Chievo (con oltre 30 cross) a flop contro la Juve (con solo tre cross) con il solito giochino di passarsi la palla dal destro al sinistro - almeno un paio di volte -  con il risultato di perdere tempo e palla.

Anche alla luce di quanto sopra, Spalletti potrebbe far giocare Candreva al centro per trovargli una nuova disposizione e, lavorando in prospettiva futura, dar maggiormente spazio a Karamoh veloce di piedi e di testa nonostante la giovane età.

Anche in questo incontro, che non dovrebbe avere molto richiamo, i tifosi, nonostante il freddo e il quasi scontato passaggio del turno, si presenteranno in massa con oltre 30.000 presenza sugli spalti.
Il tifoso interista sta credendo molto in questa squadra e nei progetti societari fatti di coerenza e di impegno serio.

Questo sembra abbia portato - fra società e tifoso -  a rispettare un patto comune, inconscio e silenzioso, di fede e partecipazione totale.
Insomma sia società che tifoseria credono che si possa costruire, finalmente, qualcosa che possa durare nel tempo e torni a dare lustro alla squadra del cuore. 
Per avere risultati tangibili e duraturi tutte le componenti dovranno andare nella stessa direzione, dal magazziniere, ai tecnici, ai giocatori, alla società.
Su questo appare già chiara la mano di chi, per le proprie competenze, agisce nel proprio settore.

Tutto ciò è stato capito dai giocatori che hanno cambiato atteggiamento, dai tifosi con la loro presenza allo stadio, dal tecnico che agisce da psicologo oltre che da allenatore e leader, ottenendo così il risultato visibile e sorprendente (ma non molto) osservando la classifica attuale.