"Si parla troppo del modulo ma non è così importante". Risponde così Vincenzo Montella ai giornalisti incalzanti e curiosi che domandano se il Milan di Vienna rappresenti il prototipo del Milan che sarà per il prosieguo di questa fondamentale stagione, nessuno smentisce ma questa è una 'bugia bianca' del mister, una di quelle dette a fin di bene senza voler far del male a nessuno ma comunque una bugia.

A tal proposito sarebbe stato interessante vedere qualcuno alzarsi in piedi e chiedere al mister se vent'anni fa fosse stato in grado di fornire un buon atteggiamento se Capello lo avesse schierato esterno d'attacco o trequartista.. la risposta é intuitiva ed immediata, sarebbe stato un crimine posizionare  un 9 puro come l'Aeroplanino lontano dalla porta.
La verità è tutta qui, l'atteggiamento e il modulo producono il risultato finale con un contributo perfettamente parallelo ed un rapporto di assoluta dipendenza, ovvero, é impossibile ottenere un buon atteggiamento senza un adeguato modulo di gioco e viceversa. Lo sappiamo noi come lo sa Vincenzo Montella.

Perché la squadra è crollata a Roma? Al di là delle scontate valutazioni di natura tattica non è certo l'atteggiamento la variabile determinante nei due differenti risultati ottenuti tra campionato ed Europa League, difatti, nei primi 15 minuti di Lazio-Milan la squadra rossonera ha imposto un dominio territoriale da applausi forse reduce dallo spavento rimediato 14 giorni prima nell'insidiosa sfida interna contro il Cagliari a dimostrazione che fosse già forte la voglia di riscattare una prestazione sottotono, eppure tutto è naufragato sotto i colpi di Immobile e Luis Alberto. I giocatori di Montella hanno reso il fianco al nemico quando si sono resi conto che la voglia e l'aggressività non venivano premiate, se Borini recupera un buon pallone sulla trequarti ma si trova a 40 metri dalla porta, lui che non è certamente noto per la sua abilità da fantasista attende 3 secondi e scarica il pallone dietro a Kessié, giusto il tempo di far riorganizzare la difesa dei biancocelesti, se Bonucci suona la carica facendo alzare il suo reparto ma Cutrone e Suso non riescono a dialogare il risultato è che lo stesso Bonucci dovrà contrastare in solitaria un contropiede guidato da tre volpi dirette verso la porta e trovarsi impotente dinanzi ad un gol praticamente segnato. 

Perché la squadra è rinata a Vienna? Certo... l'Austria Vienna non è certo un plotone di guerra ma 9 di quegli 11 ragazzi schierati appena un anno fa segnarono 5 gol in due gare alla Roma solida e organizzata di un certo Luciano Spalletti.
Giovedì sera è accaduto esattamente l'opposto di quello che è accaduto a Roma, ogni idea è stata concretizzata, ogni atteggiamento propositivo ha ricevuto la giusta ricompensa, giocatori come Çalhanoglu e Andre Silva si sono trovati nella posizione ideale per esprimersi al meglio e fornire una brillante combinazione di tecnica e rabbia agonistica contornata da una generale organizzazione di gioco che deve essere la base definitiva su cui lavorare perché è quella la Ferrari di cui parlava Fassone tre mesi fa prima che immettesse 230 milioni di euro sul mercato per renderla sempre migliore. E se tutti diventano puntigliosi nel descrivere i limiti tattici della compagine austriaca non lo siano nel ricordare quelli del Milan di Febbraio 2017 che pareggiò 1-1 con la stessa Lazio arricchita di Biglia, Keita e Felipe Anderson assente per infortunio domenica e i rossoneri di contro privi ancora nell'organico di Rodriguez, Bonucci, Musacchio, Kessie, Biglia, Kalinic, Silva, Cutrone ecc. non fu l'atteggiamento a produrre quel risultato come non l'ha stabilito domenica, stesso 4-3-3 in ambo le partite e Lazio molto più arrembante a Febbraio che non domenica ma se davanti invece di Deulofeu c'è Borini... la differenza si vede come si vede se in 3-4-1-2 dietro ad Andre Silva c'è un certo Hakan Çalhanoglu nella sua posizione ideale.

Come già detto le bugie bianche rimangono innocue e a fin di bene, forse per non dire che Suso e Bonaventura potrebbero non essere titolari inamovibili nel nuovo modulo, forse per non ammettere che il gioiello Patrick Cutrone dovrà ,com'è assolutamente giusto e normale che sia, arrestare temporaneamente la sua crescita e seguire le normali tappe formative di un talentuoso ragazzo di 19 anni, forse per non dire che a centrocampo il Milan è un po corto. Comunque sia tutto è accettabile a patto che queste bugie rimangano bianche e non si creda davvero che il 4-3-3 possa essere la giusta soluzione perché quello sarebbe solo il modo ideale di dare da mangiare a detrattori e attendeisti di professione del tracollo del Nuovo Milan.