Ho appena letto un simpatico siparietto di un nostro tifoso riguardante i dilemmi, veri o presunti, degli juventini circa la normalità di Dybala.

Simpatico perché avere interrogativi dopo sei scudetti consecutivi, dev'essere un esercizio molto piacevole.

Preferisco, perciò, soffermarmi sui dubbi che, a valanga, attanagliano ancora come pesi insostenibili i tifosi milanisti. Non per altro, ma perché  dopo le speranze concrete alimentare dall'ultima campagna mercantile record da oltre 200  milioni, ci troviamo con le orecchie basse a nove punti dalla vetta , con sei squadre davanti e prospettive nere come la pece.

La squadra era sicuramente da rifare: è stata fatta con i giocatori adatti?

Se è vero che Suso e Bonaventura erano tra le poche certezze, perché ora latitano nei progetti di formazione? Che senso ha in relazione a loro l'acquisto di Calhanoglu? 

Se Montella ha sempre applicato il 4-3-3 , che senso ha l'acquisto di Bonucci , abituato a 3, contemporaneo a quello di Conti e Rodriguez? Con questi giocatori era ovvio che Suso e Bonaventura sarebbero usciti dalla formazione titolare.

Cos'è questa clamorosa sequenza di avvenimenti, dallo sfogo di Fassone, alla conferma dell'allenatore da parte di Mirabelli?

Cosa vuol dire ieri Montella quando afferma che non ha esterni da 12 gol? Ha partecipato o no al mercato? Kalinic chi lo ha voluto?

E vogliamo parlare dei saluti del preparatore atletico a fine settembre?

Oppure della squadra che si sbriciola appena va sotto o affronta qualcosa di più impegnativo di una neopromossa?

E il Twitter di Locatelli, che è ancora fermo al gol con la Juve, sul suo capitano?

Caro Milan , cosa è successo è una domanda che tra poco compirà 10 anni e riguarda l'umiliante declino della scorsa proprietà. La domanda che riguarda oggi è: cosa sta succedendo, siamo già alla resa?