Un quarto della stagione è ormai bello che andato ed è tempo delle prime significative, nonché orientative, considerazioni.
Partiamo dall'ultimo avvenimento in ordine cronologico, che è stato l'emblema di una delle certezze di queste 10 giornate della Serie A: il goal di Pavoletti che nel recupero del recupero di Cagliari-Benevento ha negato la gioia del pareggio agli ospiti.
Quanto può valere un punto? Moltissimo, nel caso del Benevento Calcio. Un punto che sarebbe servito e servirebbe soprattutto per iniettare una dose di fiducia necessaria ad una squadra che agonizza mestamente in fondo alla classifica.
Gli zero punti dei campani sono prima di tutto il frutto di una rosa con evidenti falle qualitative. E se è vero che vincere aiuta a vincere (per informazioni chiedere a 60 km di distanza, verso il mare), ogni sconfitta ne richiama un'altra, talvolta nette, altre volte beffarde come quella di Cagliari. Si sta già discutendo ampiamente sulla possibilità di riportare il campionato a 18 squadre, eventualità a mio avviso giusta. Infatti se la città di Benevento (tornata da un paio di mesi al suo antico nome di Maleventum) può ancora nutrire speranze per ciò che sarà di questa stagione, è perché davanti ci sono almeno 3 o 4 squadre che procedono a rilento. Come il Crotone o l'Hellas che, dati alla mano, hanno problemi in attacco e in difesa non lontani da quelli dei giallorossi. Certo, sono pur sempre squadre che hanno almeno una parvenza di identità di gioco e che hanno conquistato meritatamente qualche punto.
Nelle nostre menti è ancora stampata l'impresa del Crotone dello scorso anno, che da vittima sacrificale si trasformò in Davide che sconfisse Golia, arrivando alla salvezza.
Al Benevento servirà che qualcuna lì davanti faccia harakiri come l'Empoli un anno fa, ma dovrà prima di tutto far punti.

Nella situazione diametralmente opposta, troviamo il Napoli, finora la più vincente e la più convincente. Gli azzurri sono i capifila di un gruppetto che avanza con convinzione, lasciando agli altri solo le briciole. Se infatti andiamo a dare uno sguardo alla classifica, notiamo che i primi 5 posti sono occupati da 5 delle 7 storiche sorelle del nostro campionato: le romane, il Napoli, la Juve e l'Inter.
Il divario tra queste squadre e le altre è ampio, frutto degli ottimi risultati ottenuti dalle big negli scontri contro le medio-piccole. L'attuale capolista ha raccolto 21 punti sui 21 disponibili (le 10 gare escluse quelle contro Lazio, Inter e Napoli). Bottino pieno anche per la Roma, 7 vittorie su 7, ma i giallorossi devono recuperare la gara con la prima inseguitrice delle 5 sorelle, la Samp. Notevole anche il cammino dell'Inter, sempre vittoriosa in questa speciale statistica, con l'eccezione della partita col Bologna, terminata 1-1.

La Juventus è la big che finora ha avuto un solo impegno "tosto" (con la Lazio) e dei 27 punti disponibili ne ha ottenuti ben 25, fermata solo dalla rocambolesca gara di Bergamo.
Infine la sorprendente banda di Inzaghi, la Lazio capace di vincere contro tutte le medio-piccole ad eccezione dello 0-0 con la Spal. Mai negli ultimi anni si era avuta una partenza così convincente da parte di 5 nobili squadre del campionato italiano, che si presume monopolizzeranno i primi posti fino alla fine.
Milan e Fiorentina permettendo: le 2 sorelle rimanenti sono parse più in difficoltà, superate dalla già citata Sampdoria, ma avranno tempo per risalire.