Un vero peccato. La Lazio aveva tutte le possibilità per continuare la sua corsa in Europa. Dopo il buon 4-2 dell'andata, un po' tutti avevano immaginato e auspicato una facile qualificazione. Invece gli uomini di Inzaghi hanno clamorosamente steccato, certamente per la scarsa esperienza internazionale e per l'oggettiva difficoltà nella gestione della gara. A dire il vero, però, la sensazione è stata di una squadra stanca, in debito di fiato in molti dei suoi componenti. E se questa dovesse essere la ragione principale di una sconfitta bruciante, bisognerebbe allora attribuirla alla preparazione frettolosa che i laziali hanno dovuto sostenere per affrontare al meglio la Supercoppa di Lega contro la Juventus. Quella prestigiosa vittoria contro i campioni d'Italia, frutto di una partita semplicemente meravigliosa, disputata su ritmi insostenibili per un inizio di stagione, ha avuto le sue conseguenze nefaste proprio ieri sera a Salisburgo.
Certo, affrontare la Juve consapevoli dell'occasione propizia per vincere uno dei pochi trofei ai quali la Vecchia Signora arriva spesso impreparata (vedi anche il Milan dell'anno precedente), era assolutamente necessario, un'occasione troppo ghiotta per lasciarsela sfuggire. A quale costo pero? Certo che se avessero detto a Lotito che la Lazio sarebbe stata a un passo dalla semifinale dell'Europa League probabilmente i programmi della società sarebbero cambiati. Il problema serio è la cronica sfiducia nei propri mezzi, palesata spesso dalle squadre italiane in Europa, e una mentalità troppo provinciale. Il Salisburgo è una buona squadra, ma la Lazio migliore del campionato l'avrebbe surclassata anche al ritorno. Ciò non toglie che gli uomini di Inzaghi abbiano regalato, anche in Europa, un grande calcio, sia pure a sprazzi. Ed è la ragione per cui non si può rimproverare loro assolutamente nulla.
E' evidente la crescita del calcio italiano in Europa, frutto soprattutto dell'abilità dei nostri allenatori e molto meno delle facoltà economiche che invece alcuni club possono vantare. Milan e Inter insegnano, in negativo. La campagna acquisti faraonica dei rossoneri è il frutto di una mentalità assolutamente sbagliata. Roma, Juventus e Lazio hanno dimostrato che la potenza economica non fa la felicità. La società bianconera, che patrimonialmente vale meno della metà del Real Madrid, ha realizzato un'impresa che difficilmente potrà essere ripetuta da qualunque altra squadra, almeno contro questo Real: rifilare due (ma io direi anche tre...) gol di scarto alle Merengues a casa loro. La Roma vale 1/10 del Barcellona e abbiamo visto come è finita. E ora la Lazio, società che vive di piccole operazioni di mercato in entrata, ma che grazie a una sapiente gestione tecnica riesce a battere la Juventus e a regalare spettacolo in Europa. Allora bisogna crederci, e guardare alle competizioni europee con più fiducia e ottimismo, e con una mentalità da grande squadra, sempre.
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