Una delle settimane europee più pazze di sempre per le italiane. E anche la Lazio voleva evidentemente partecipare, facendosi rimontare nell'arco di nemmeno cinque minuti. Una Lazio che sembrava essere partita col piede giusto a Salisburgo, con i soliti Savic-Immobile-Luis Alberto scatenati. Azioni corali, gioco veloce e tante occasioni create. Gran goal di Immobile al 55', scattato sulla linea del fuorigioco (forse anche un pò più in là...), palla sotto l'incrocio e qualificazione che sembra praticamente in cassaforte per la squadra di Inzaghi. Pareggio in meno di un minuto con un goal fortunatissimo di Dabbur, che grazie a una deviazione spiazza Strakosha. Passano altri venti minuti con un'occasione da una parte e una dall'altra, con una Lazio addirittura più propositiva. Scatta il 70' ed è qui che i biancocelesti cominciano a perdere la testa. Haidara ci prova con una gran botta dai 30 metri, Strakosha cerca di smorzare la forte conclusione, ma la palla gli buca le mani. Forse il momento peggiore per sbagliare: 2-1, con un Salisburgo che comincia a crederci. Al 72' uno dei due centrali del Salisburgo prova a inventare, con un lancio senza grosse pretese, che però arriva incredibilmente a Hwang Hee-Chan. Il sud-coreano scatta in gioco alle spalle della difesa laziale e cala il tris, anche qui con una palla sporcata da Radu, partito all'inseguimento dopo un vero e proprio orrore difensivo. 3-1. Lazio in confusione più totale. Al 74' calcio d'angolo con spizzata sul primo palo. La palla arriva sul secondo al terzino Lainer, che deve solo spingerla in rete: 4-1. 

Un dato interessante è sicuramente fornito dall'uscita di Milinkovic-Savic, al quale subentra Felipe Anderson proprio prima dell'inizio della goleada che condannerà i biancocelesti. Era ammonito, e forse Inzaghi aveva pensato di non rischiarlo per la semifinale: una scelta condivisibile ma a mio modesto parere troppo azzardata. Il serbo nato in Spagna è infatti il vero e proprio faro di centrocampo della Lazio, un campione che da del tu al pallone come pochi al giorno d'oggi. Un vero peccato e un altro enorme rimpianto tutto italiano, dopo l'amara eliminazione della Juventus appena due giorni fa.